Vigili del Fuoco: protesta dopo il decreto semplificazioni. 13 euro in più lorde e una beffa difficile da digerire per la Uil
La gente li chiama angeli, soprattutto dopo il terremoto, ma ora i Vigili del Fuoco sono per l’ennesima volta sul piede di guerra perché nel decreto semplificazione la realtà è diversa da quella che qualcuno racconta. Lo dice la Uil che è intervenuta tramite il segretario territoriale Stefano Del Romano.
Quello che doveva essere uno strumento di valorizzazione per i Vigili si sta trasformando in una beffa. 13 euro lordi possono essere definito un aumento dignitoso per persone che rischiamo ogni giorno la loro vita?
Il problema, spiega Del Romano, non è quello delle risorse, seppur esigue rispetto a quelle necessarie al completamento degli interventi complessivi, ma di come invece queste risorse vengono impiegate e ripartite, con aumenti di stipendio autofinanziati, visto che sono stati scippati anche istituti retributivi, cancellati con un colpo di spugna. I sindacati avevano presentato una proposta di ripartizione equa frutto di un cartello unitario ma non è stata presa in considerazione.
“Vigili del Fuoco poveri oggi ma ancora più poveri domani” questo è l’allarme lanciato dal sindacato, oltre al danno delle poche risorse, ripartite male, vi è la totale assenza di alcun intervento di natura pensionistica e previdenziale.
I Vigili del Fuoco a causa degli elevati standard di efficienza psico-fisica e per l’impiego in attività particolarmente usuranti sono costretti ad andare in pensione a 61 anni, l’applicazione dei coefficienti minimi di trasformazione dell’assegno di pensione e il mancato avvio di qualsiasi forma di previdenza complementare, faranno dei Vigili del Fuoco i pensionati poveri di domani.