È entrato nel vivo oggi con l’ audizione di gran parte dei testimoni dell’accusa e delle parti civili il processo dinanzi al Tribunale di Chieti a carico del 52 enne, ex agente di commercio ed ex allenatore di una squadra di baseball teatina, che deve rispondere di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di nove bambini di età compresa fra 8 e 13 anni. Secondo l’accusa l’uomo, approfittando del suo ruolo di allenatore al quale i bambini erano affidati per la pratica sportiva, avrebbe abusato in diverse circostanze e luoghi.
L’udienza, su richiesta di uno degli avvocati di parte civile, si è svolta a porte chiuse e si è conclusa nel tardo pomeriggio: l’imputato, che si trova agli arresti domiciliari, ha seguito il processo in Aula. Una della madri delle piccole vittime, chiamata a testimoniare e che è uscita dall’Aula in lacrime al termine della sua deposizione, ha chiesto e ottenuto di poter guardare solo il collegio giudicante mentre veniva sentita: ”L’ho guardato solo quando sono andata via, durante la deposizione ho girato la sedia e guardavo solo i giudici dice”, ha detto fuori dall’Aula la donna riferendosi all’ex allenatore aggiungendo: “Non è la prima volta che lo guardo negli occhi, ciò che prova una madre non si può descrivere. Per ora si sopravvive e anche un sorriso di troppo ti fa sentire in colpa. Aspettiamo la sentenza definitiva per tornare a vivere e ci aspettiamo una sentenza, la più giusta possibile”. È stato il sostituto commissario della Squadra Mobile della Questura di Chieti, Bruno Gasbarri, a ricostruire le fasi principali dell’indagine che è iniziata dopo che una madre ha portato in ospedale il figlio sul quale sono stati riscontrati segni di abusi sessuali. Da quel momento, ascoltando anche altri genitori, l’indagine si è allargata fino a individuare le nove vittime di questo processo le cui deposizioni, nei mesi scorsi, sono state cristallizzate nell’incidente probatorio. Il padre di una delle vittime, fuori dall’Aula, si è detto pronto al perdono: ”Lo posso perdonare davanti a Dio ma la giustizia deve fare il suo corso e devono dargli il massimo che gli tocca – ha detto l’uomo – se almeno ammettesse il suo problema lo potrei perdonare col cuore ma arriva qui con la cresta alta. Abbiamo davanti un futuro molto nero – ha concluso l’uomo – purtroppo stupratori, pedofili e violentatori di bambini sono sempre di più”. Il processo è stato aggiornato al 6 novembre prossimo quando verranno sentiti altri testimoni dell’accusa e testimoni della difesa.