Gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Chieti, hanno eseguito un’ Ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento nei confronti di un pregiudicato trentasettenne di Chieti.
L’uomo è indagato a causa di alcuni atti persecutori commessi nei confronti della sua compagna venticinquenne sia durante il periodo della convivenza che dopo la fine della stessa.
Dopo la fine della relazione l’uomo ha intrapreso una sistematica attività di persecuzione nei confronti della donna con appostamenti e pedinamenti, suonandole alla porta anche durante la notte, nonché con telefonate e messaggi con i quali la minacciava di morte. Molti episodi sono avvenuti nelle vie della città, alla presenza di passanti e di conoscenti della coppia.
L’ultimo fatto in ordine di tempo risale al 16 marzo scorso quando l’uomo, dopo aver raggiunto l’abitazione di un’amica dell’ex compagna, dove lei era ospite, l’ha aggredita fisicamente, colpendola più volte con calci e causandole ecchimosi ed ematomi. Nell’episodio l’uomo, ossessionato dalla gelosia ed alterato dall’assunzione di alcool, le ha anche sottratto il telefono cellulare, di fatto rendendosi responsabile anche del reato di rapina.
Sul posto è intervenuta una pattuglia della volante per prestare soccorso e raccogliere le sue dichiarazioni. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal GIP presso il Tribunale di Chieti DE NINIS su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Ponziani.
L’attività di indagine è stata condotta dalla Seconda Sezione della Squadra Mobile della Questura di Chieti specializzata per i reati contro la persona, in particolare per violenze di genere, ed ha permesso di ricostruire che per tutto il periodo della loro relazione, durata all’incirca un anno, vi erano stati reiterati episodi di violenze fisiche e che la donna altre volte aveva fatto richiesta dell’intervento delle Forze dell’Ordine tuttavia manifestando la volontà di non sporgere denuncia nei confronti del suo partner.
Il Giudice, oltre al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna con obbligo di mantenersi da essi ad una distanza di almeno 300 metri, ha disposto il divieto di avvicinamento sia alla casa ove la donna vive ma anche all’abitazione dell’amica, luogo frequentato dalla parte offesa ed al cui interno si è verificata l’ultima violenta aggressione.