Vertice a Chieti per puntare al riconoscimento degli eremi celestiniani patrimonio Unesco: lo studio è ormai pronto, ora sarà sottoposto al governo perché spinga la candidatura.
Nell’incontro che ha messo insieme -su iniziativa dello storico Licio Di Biase- enti territoriali, diocesi, associazioni e la facoltà di architettura dell’Università D’Annunzio è stata formalizzata l’iniziativa del Comitato per il riconoscimento degli eremi celestiniani come patrimonio dell’umanità Unesco. I promotori hanno fatto il punto sul percorso finora intrapreso, ed hanno avviato l’iter per il coinvolgimento di due ministeri, quello dell’ambiente e quello della cultura, affinché l’Italia spinga la candidatura. La procedura per il riconoscimento è infatti particolarmente complessa e altamente selettiva. Per accedere alla World Heritage List serve che prima vi sia un riconoscimento nazionale, e successivamente che sia il singolo Stato ad avanzare la candidatura all’assemblea dell’Unesco. Ma l’entusiasmo e le aspettative non mancano, perché il patrimonio degli eremi celestiniani abruzzesi offre davvero una propria unicità, nel coniugare storia, arte, paesaggio, spiritualità, oltre che un forte interesse architettonico. Nello studio si fa riferimento a tre tipologie edilizie: gli eremi in grotta, quelli parzialmente in grotta e gli eremi in superficie. In tutto sono ben 36 i beni segnalati, che per tanti versi sono ancora un sorprendente tesoro custodito nel cuore di un Abruzzo oggi finalmente consapevole.
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