E’ il suo primo copione da autrice italiana, ma lo stile ritmato, esuberante e incalzante è inconfondibilmente il suo: quello di Simona Izzo in scena, col marito Ricky Tognazzi, il 4 febbraio a Pescara in ‘Figli, mariti, amanti…il maschio superfluo’.
Dopo averli apprezzati in talk show e programmi tv di ogni genere non è poi così difficile immaginare che duetto, esilarante, piccante e delicato, sarà quello in scena a Pescara giovedì prossimo, 4 febbraio, al Teatro Massimo. Con la Izzo doppiatrice, attrice, regista, scrittrice, sceneggiatrice e tanto altro ancora il marito Ricky Tognazzi: per loro una pièce che direbbe qualcuno è …tutto un programma: ‘Figli, mariti, amanti…il maschio superfluo’. Tornano a teatro con una commedia su amanti, liti e incertezze: un modo ‘corale’ per festeggiare, col pubblico che da una vita li segue a teatro come in tv, 30 anni insieme. Per questo in scena tutto, o quasi, avverrà su un lettone king size dove si fa l’amore, si mangia, si recita. E qualche volta si va in letargo! Uno spettacolo prodotto da Angelo Tumminelli che arriva a Pescara per un’unica data, quella del 4 febbraio alle 21 al teatro Massimo: Simona Izzo ne ha ideato e firmato il testo, il marito Ricky Tognazzi lo dirige, insieme lo interpretano. Sul palco una coppia di lunga data abituata a battibecchi e schermaglie, cui si aggiunge un’altra coppia (Kiara Tomaselli e Giuseppe Manfridi) di più recente formazione per far scattare una notte di… scintille. A chi è abituato a seguirli nelle più semplici ‘comparsate’ televisive sembrerà di assistere ad una delle tante interviste in tandem a cui la coppia si è sempre, volentieri, concessa: alle coppie in platea, anche a Pescara come nelle altre tappe dello spettacolo in giro per i teatri italiani, ‘Figli, mariti, amanti…’ non potrà non innescare il meccanismo del ‘ ah già è vero, è proprio così’. Due relazioni – una coniugale, l’altra estemporanea – si fonderanno, dunque, in una girandola di malintesi e permalosità sino a ricomporre il paesaggio di una nuova armonia. In quanto al ‘maschio superfluo’, cui si accenna nel sottotitolo, Tognazzi in ogni intervista conclude sorridendo con un ‘spero di non essere io’.