Tornareccio, il paese dei mosaici, rende omaggio alla Madonna nell’anno del Giubileo della Misericordia. La figura della Madonna ispirerà alcuni grandi nomi dell’arte contemporanea. Ottanta opere realizzate, duecentosei artisti di fama internazionale coinvolti, undici curatori, tra critici, storici dell’arte, giornalisti, esperti, una collaborazione consolidata con Ravenna, la capitale mondiale del mosaico.
È un museo del tutto particolare, quello di Tornareccio: un museo diffuso, con splendidi mosaici che colorano le vie e le piazze del piccolo borgo in provincia di Chieti, già noto come “capitale abruzzese del miele”. Sono installati sulle facciate delle case e sono stati ricavati da bozzetti di artisti che ogni anno vengono invitati a partecipare alla rassegna “Un Mosaico per Tornareccio”, ideata nel 2006 da Alfredo Paglione, gallerista, collezionista e ideatore di eventi d’arte, originario proprio del paese chietino, e poi diventato famoso in Italia e nel mondo con la sua galleria d’arte Trentadue, nel quartiere di Brera a Milano.
Ogni anno, l’Associazione Amici del Mosaico Artistico, che organizza l’evento con il coordinamento generale affidato ad Elsa Betti, affida la selezione degli artisti ad un curatore: dal 2006 ad oggi, si sono alternati in questo ruolo Maria Cristina Ricciardi (2006-2007), Elsa Betti (2008 e 2011), Laura Gavioli (2009), Gabriele Simongini (2010 e 2016), Giovanni Gazzaneo e Alfredo Paglione (2011), Guglielmo Gigliotti (2012), Carlo Fabrizio Carli (2013), Elena Pontiggia (2014), Francesco Gallo Mazzeo (2015), e Tiziana D’Acchille (2016, insieme a Simongini). Gli artisti vengono invitati ad inviare un bozzetto originale da esporre in una mostra che dura tutta l’estate: una giuria popolare e una di esperti, decreta il vincitore, che l’anno successivo sarà trasformato in mosaico dal Gruppo Mosaicisti di Ravenna di Marco Santi. L’artista più votato avrà diritto sempre l’anno successivo anche ad una mostra in contemporanea con l’esposizione dei nuovi bozzetti. Oltre a quello vincitore, anche altri bozzetti potranno diventare mosaici, grazie ad eventuali sponsor, che negli anni trascorsi non sono mai mancati, visto che sino ad oggi sono ben ottanta i mosaici installati, e visitabili trecentosessantacinque giorni l’anno.
Tra i grandi nomi dell’arte contemporanea che “espongono” nel museo a cielo aperto di Tornareccio ci sono, tra gli altri, Giosetta Fioroni, Omar Galliani, Gino Marotta, Gino Severini, Aligi Sassu, Ennio Calabria, Bruno Ceccobelli, Carlo Mattioli, Piero Guccione, Giuseppe Modica, Alberto Sughi, Ruggero Savinio, Riccardo Licata, Alessandra Giovannoni e Aurelio Bulzatti. Un museo sui generis, dunque, ma pur sempre un museo, con delle vere e proprie “sale”: dalla “piazzetta degli artisti”, nel centro storico, dove sono condensati mosaici “griffati” da artisti del calibro di Sassu, Severini, Mattioli, Sughi, Cascella, Ortega, alla via crucis in via del Carmine, con le quindici stazioni reinterpretate in chiave contemporanea, che conducono al santuario della Madonna del Carmine, fino al mosaico donato al Comune di Poggio Picenze, opera di Marotta. E come ogni museo che si rispetti altre attività lo animano: da una frequentatissima Scuola di Mosaico coordinata da Michele Berardi, che si svolge in estate, tenuta dal maestro mosaicista Marco Santi, al concorso “Il Balcone Fiorito”, per colorare ancora di più il paese dei mosaici.
L’undicesima edizione di Un Mosaico per Tornareccio contribuirà a creare una nuova “sala” nel già ricco museo: agli artisti selezionati da Gabriele Simongini, giornalista e critico d’arte, e Tiziana D’Acchille, direttrice dell’Accademia d’Arte di Roma, è stato proposto di ispirarsi alle immagini della SS. Vergine. Nelle intenzioni di Alfredo Paglione, ideatore anche di questa speciale edizione, come pure di tutti i volenterosi organizzatori, infatti, questa edizione avrà per titolo “Per Maria”, e vuole essere un omaggio al glorioso Santuario della Madonna del Carmine di Tornareccio, nell’Anno Santo del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, che ha messo al centro di tutto proprio la figura di Maria. E vuole avere anche un preciso significato devozionale. Così, il piazzale antistante il santuario, che rappresenta il fulcro della devozione popolare del paese, e dove ogni anno si svolgono le feste patronali che richiamano anche tanti emigrati, raccoglierà in futuro le opere musive a tema mariano che prenderanno vita da questa edizione.