Non solo l’embargo con la Russia, ma anche altri fattori come la guerra alla base del calo dell’Abruzzo nell’export verso i paesi emergenti secondo i dati di Confartigianato. Trend in linea con la media nazionale.
In calo l’export regionale verso la Libia e la Tunisia, paesi attraversati dalle tensioni di guerra nel mediterrano, la Russia (vigente l’embargo) e il Brasile. Sono i quattro mercati emergenti quelli in maggiore crisi per gli “affari esteri” delle aziende abruzzesi su cui nel primo semestre 2015 si registra una flessione del 50,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un’elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale.
L’esposizione sui quattro mercati rappresenta per la regione lo 0,61% del valore aggiunto, per un totale di 83 milioni e 772mila euro. Nei primi sei mesi di quest’anno, inoltre, il totale delle esportazioni verso i quattro Paesi e’ concentrato prevalentemente verso i mercati russi, pari al 61,7%, seguiti da Tunisia (20,8%), Brasile (15,6%) e Tunisia (1,9%). A livello territoriale, la provincia di Chieti assorbe quasi la meta’ delle esportazioni delle regione verso i quattro Paesi, che rappresentano l’1,01% del valore aggiunto, dato anche piu’ alto della media nazionale: 41,47 milioni di euro di esportazioni, con un calo del 63,8% rispetto al primo semestre del 2014. Seguono la provincia di Pescara (-1,8%, 22 milioni di euro, 0,66% del valore aggiunto), quella di Teramo (-42,3%, 17,14 milioni di euro, 0,55% del valore aggiunto) e quella dell’Aquila (-5,6%, 3,16 milioni di euro, 0,10% del valore aggiunto. Anche a livello nazionale i quattro Paesi sono quelli che tra i dieci maggiori mercati fanno registrare una caduta dell’export superiore ai dieci punti percentuali: Libia (-34,2%), Russia (-28,4%), Tunisia (-10,5%) e Brasile (-10,3%)