Tagli e no alla “spalmatura” dal Governo. Per il Bilancio della Regione Abruzzo l’equilibrio sarà possibile solo con un nuovo mutuo.
Smaltire i 530 milioni di debiti accumulati dalla Regione per anni non sarà possibile allungando il mutuo fino a 30 anni: l’operazione inizialmente prospettata dall’assessore Silvio Paolucci trova l’ostacolo parziale dal Governo, che con il “decreto salva Regioni” ha consentito l’ulteriore “spalmatura” solo di 170 milioni relativi alla spesa corrente. Per pagare i debiti con i fornitori la Regione dovrà dunque accendere un secondo mutuo da circa 100 milioni, che già la prossima settimana sarà proposto in Consiglio regionale. Inevitabile la ricerca di ulteriori economie per alleviare il peso delle rate del mutuo sulle casse regionali: si va da alcune cartolarizzazioni (circa 25 milioni) alle entrate fiscali legate al taglio “elettorale” delle addizionali da parte della giunta Chiodi bocciato dalla Consulta, mentre è ancora incera la quota da recuperare sul cofinanziamento dei progetti FAS che non arriveranno al traguardo alla fine dell’anno. In queste condizioni il bilancio diventa un complicatissimo puzzle da risolvere entro fine anno.
L’emendamento alla Finanziaria di Castricone.
Uno spiraglio potrebbe aprirsi se venisse approvato un emendamento alla legge di stabilità presentato dal deputato del PD Antonio Castricone. La modifica normativa consentirebbe alle Regioni italiane di rientrare dal disavanzo in un tempo più lungo.
“Già a giugno mi sono personalmente attivato con il Ministero dell’Economia” -ha detto Castricone- “per far inserire la norma che attualmente permette il rientro in sette anni, il nuovo emendamento li porterebbe a 15. Questo agevolerebbe la formazione del Bilancio Regionale senza ricorrere a tagli pesanti che inciderebbero anche su servizi essenziali”.