Per la CNA in Abruzzo microcredito al palo nelle strategie del sistema creditizio. Ripresa della fiducia nelle grandi aziende.
Mentre le banche in Abruzzo restringono sempre più il credito verso le imprese fino a 5 dipendenti (7 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2014), per il resto dell’economia si comportano diversamente. Lo afferma il centro studi della CNA Abruzzo su dati riferiti tra gennaio e giugno, che tengono conto di diversi indicatori: più soldi nel credito alle imprese più grandi (261 milioni) e alle famiglie (346); dato positivo nelle quattro province (con il record di Chieti di 241 milioni in più) e sostegno assicurato alle aziende manifatturiere (+145), al commercio (+82) e all’agricoltura (+36). La lievitazione nel credito è da primato nel settore dei mezzi di trasporto, con un incremento di 91 milioni. Bene anche carta e stampa (+38), prodotti in metallo (+35). Le imprese del comparto alimentare perdono invece 25 milioni di euro.
Tassi di interesse. Sulle operazioni a revoca il tasso è stato dell’8,51% a fronte del 5,99% nazionale: dunque, con uno spread record di ben 2,52 punti percentuali. Tutto ciò, mentre i depositi bancari hanno registrato una crescita di 135 milioni di euro, grazie soprattutto alle famiglie. Disomogenei i dati del risparmio su scala territoriale: crescita consistente a Chieti (+166) e Pescara (+61), calo all’Aquila (-75) e Teramo (-17). Le “sofferenze” tra gennaio e giugno 2015 hanno registrato un incremento di 193 milioni di euro in linea, proporzionalmente con il dato medio italiano .
Per il direttore regionale della CNA Graziano Di Costanzo «Occorre mettere in campo una pressione sul sistema bancario, e la sua associazione di riferimento, l’Agi, anche attraverso il supporto e il sostegno della Regione, affinché alla micro impresa sia concessa la stessa attenzione riservata al resto dell’economia abruzzese»