Luci ed ombre nel rapporto semestrale di CNA sull’Export abruzzese. Il dato dell’automotive copre la difficoltà delle piccole e medie imprese.
A mettere il turbo del “made in Abruzzo” nel mondo sono solo i mezzi di trasporto ma tutti gli altri settori produttivi stentano o si arrendono. E’ il dato essenziale dello studio realizzato per la Cna regionale da Aldo Ronci sull’andamento dell’export abruzzese nei primi sei mesi dell’anno.
Rispetto allo stesso periodo del 2014, il bilancio è positivo per 198 milioni di euro con un aumento percentuale del 3,8%, ma la media Italia è al 4,2%.
In questo contesto l’automotive rappresentano il 47% del totale delle esportazioni con un incremento di 238 milioni di euro. Per gli altri prodotti il bilancio negativo è di 40 milioni. In maggiore difficoltà i prodotti in metallo, la chimica, la gomma e l’abbigliamento. Positivo il dato di crescita dell’elettronica. Regge l’agroalimentare, che però non aveva subito in passato i colpi della crisi: tra gennaio e settembre l’incremento sul 2014 è di 19 milioni di euro.
Per il presidente regionale CNA Italo Lupo «L’Abruzzo è un’ isola di depressione nel sistema Italia, e a farne le spese è soprattutto la micro impresa. Evidente lo scarso sostegno offerto dalla Regione. Perché la quasi totalità delle risorse finanziarie finisce nel calderone del sistema sanitario, lasciando le briciole alle attività produttive».
Per il direttore di Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo «la crisi, in questo territorio, sta vivendo un suo colpo di coda. Perché ai dati negativi sull’export, vanno sommati quelli sul credito, che confermano la chiusura dei cordoni della borsa, da parte del sistema bancario, proprio verso le imprese più piccole».
L’EXPORT ABRUZZESE nei primi nove mesi 2015: scarica la ricerca