Sindacati e lavoratori della Santa Croce di Canistro hanno deciso in un’ assemblea di proclamare altri sette giorni di sciopero con presidio dello stabilimento.
La mobilitazione era iniziata quattro giorni fa, quindi lo stabilimento dove si imbottiglia l’acqua minerale distribuita in tutta Italia, rimarrà bloccato per dieci giorni. I lavoratori sono scesi in piazza dopo che la mancata intesa sindacale ha ufficializzato i termini delle procedure di mobilità: infatti, a partire dal 21 novembre prossimo, a meno di clamorosi eventi, la società Santa Croce potrà licenziare i 75 lavoratori, di cui una cinquantina da tempo in cassa integrazione. A questa situazione si è giunti al culmine di un muro contro muro caratterizzato da un duro contenzioso giudiziario, tra cui richieste di risarcimento danni, e tra la Regione e il patron Camillo Colella, il quale ha ripetuto di aver dovuto avviare le procedure di mobilità in seguito ai tanti dinieghi della Regione che ha revocato la concessione e posto i sigilli per irregolarità, sempre negate dall’azienda, del documento di regolarità contributiva (Durc). L’ente regionale che ha pubblicato il nuovo bando nei giorni scorsi ha accusato la Santa Croce di aver continuato a captare acqua dalla sorgente di Canistro, nei giorni scorsi la procura di Avezzano, ha dato mandato ai carabinieri di sequestrare la valvola di ingresso. Colella mercoledì scorso è rimasto per alcune ore fino a sera con una ventina di autotrasportatori che non hanno potuto caricare l’acqua da consegnare in giro per Italia, all’interno dello stabilimento assediato dai lavoratori. E per lunedì si annuncia l’arrivo di altri camion