Costa Teatina, ambientalisti: “Il Parco c’è, ora basta. Non esiste alcuna altra strada ed è ora che D’Alfonso e sindaci ne prendano finalmente atto”. La associazioni criticano la lunga serie di rimpalli che accompagna da sempre l’istituzione del Parco della Costa Teatina.
Prima c’era il Parco ma non si sapeva fin dove arrivava, visto che era rimasto lettera morta – quantunque già impressa sulla carta, nero su bianco, da 15 anni. Poi è arrivato il commissario, che i confini li ha tracciati, a fatica e pure contestati, così la lettera morta è diventata un insieme di numeri a tutela di ciò che c’è (o che dovrebbe esserci) dentro e fuori dal Parco. Dunque tutto fatto, tutto a posto, iter completato? Macché. Le associazioni ambientaliste ancora una volta segnalano quella che definiscono la “paradossale situazione” relativa alla perimetrazione del Parco.
“In un incontro con il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il presidente D’Alfonso e i sindaci coinvolti nel Parco hanno invece sostanzialmente chiesto di tornare a una nuova e diversa perimetrazione, diversa da quella tracciata dal commissario De Dominicis, per “salvare” le scelte delle rispettive amministrazioni in materia urbanistica, sostenendo che non ci sono più “favorevoli” e “contrari” ma un corpo unico di amministratori locali. Potrebbe sembrare un risveglio dopo uno stallo di ben 15 anni se non fosse invece soltanto la manifestazione di una prima verità: la “cementificazione” cui evidentemente non si vuole rinunciare nonostante i tanti danni già fatti al territorio e alle sue potenzialità anche economiche”.
Secondo gli ambientalisti, i fatti testimonierebbero che ogni rinvio sulla decretazione del Parco viene puntualmente seguito da un colpo a favore di Ombrina. La tesi è supportata dalla successione cronologica degli eventi: a marzo, nel parere favorevole dell’AIA, si dice che il Parco non produce effetti giuridici in quanto non perimetrato e decretato; a fine luglio salta la decretazione, ad agosto arriva il decreto del MISE su Ombrina; a settembre-ottobre altri rinvii e altri annullamenti, il 9 novembre la conferenza dei servizi prova a chiudere su Ombrina.
“Intanto i nostri amministratori – afferma la Costituente per il Parco – gridano al sopruso ma, come se nulla fosse, pochi giorni dopo tornano a Roma per perdere altro tempo. Questa seconda verità si chiama petrolio! Poi ce n è una terza, la più triste, che tiene incatenata al palo la regione verde d’Europa, la regione che voleva essere di APE, del turismo verde, del progetto Bike to Coast, degli oltre 400 milioni di euro del PSR che punta al 20% di biologico, all’agricoltura sociale e di qualità, dei trabocchi e della pesca sostenibile. Questa terza verità si chiama “nanismo politico!”.
Le associazioni concludono ricordando che il Ministero dell’Ambiente è stato “commissariato” proprio perché, per 15 anni, non è stato in grado di mettere la parola fine ad una perimetrazione ostacolata dalle resistenze di qualche amministratore locale. Al posto del Mise, è stato chiamato a decidere il commissario Giuseppe De Dominicis, incarico ricevuto direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla stessa Presidenza, che ha già valutato e accettato il lavoro del commissario, non resta dunque che completare l’iter predisponendo il decreto di perimetrazione e sottoponendolo alla firma del presidente della Repubblica.