Nel 2023 in Abruzzo sono stati erogati 225 milioni di euro in meno alle microimprese. Lo studio della Cna che denuncia la sofferenza del settore
Il costo del denaro, provocato dal rialzo dei tassi d’interesse imposto dalla Banca Centrale Europea è il fattore che ha contribuito a rendere decisamente negativo il bilancio dell’andamento del credito alle imprese abruzzesi nel 2023 e a soffrire di questa situazione è soprattutto il mondo delle micro imprese e dell’artigianato, che più di tutti patisce la mancanza di liquidità. A mettere nero su bianco un quadro a tinte fosche è il report realizzato da Aldo Ronci per CNA Artigiani Imprenditori d’Italia Abruzzo, presentato questa mattina alla stampa a Pescara alla presenza del direttore regionale della CNA, Silvio Calice, e della direttrice del confidi UNI.CO., Donatella Paolucci.
Le cifre dello studio, elaborate sulla base di dati forniti da Bankitalia, fanno riferimento ai cosiddetti “impieghi vivi”, ovvero «i finanziamenti – come illustra lo stesso Ronci – che le banche concedono ai propri clienti al netto delle “sofferenze”, ovvero i crediti difficili da recuperare». Ed è già qui che l’Abruzzo paga il suo primo pesante tributo rispetto al resto del Paese, perché «l’andamento complessivo degli impieghi alle imprese è stato negativo ed è peggiore di quello medio italiano, con un decremento di 573 milioni e una variazione del 5,63%, contro il 5,13% medio nazionale. E anche la media per impresa è decisamente al di sotto dello standard medio nazionale: 82.228 euro, contro 138.342 in Italia».
Il dettaglio delle cifre mostra, come detto, il suo volto peggiore quando dal generale si passa al particolare: ovvero i prestiti suddivisi per categoria di imprese, con le micro e piccole piccole decisamente in debito di ossigeno. Nel 2023, infatti, in Abruzzo la flessione è stata del 10,18%, con 225 milioni di euro erogati in meno a fronte di una media nazionale dell’8,98%. Mentre sul piano territoriale è stato il Teramano a soffrire del saldo negativo più consistente: -64 milioni di euro.
Al quadro negativo tracciato per il mondo della micro impresa, non sfugge per la verità l’insieme del sistema produttivo regionale. Perché, fatta eccezione per la sola agricoltura che va in controtendenza (con 5 milioni di euro in più sul 2022), il bilancio è negativo per tutti gli altri comparti: così per le costruzioni (-37), così per l’industria (-324); così anche per i servizi (-217) per un totale complessivo che ammonta a 573 milioni di euro.
Di fronte a questo quadro emergenziale che si prospetta per l’accesso al credito da parte delle micro e piccole imprese – questa la tesi della CNA Abruzzo – occorre mettere in campo una strategia efficace, che veda una sinergia tra tutti gli attori in campo. Così, spiega il direttore regionale Silvio Calice, «abbiamo avviato un confronto positivo e costruttivo con l’assessore alle Attività produttive della Regione, Tiziana Magnacca, per studiare misure efficaci. Noi abbiamo apprezzato il fatto che la Regione abbia varato misure di sostegno specifiche alle imprese artigiane attraverso il microcredito, che va ulteriormente potenziato; ma crediamo anche che ora vada sbloccata anche quella parte della legge 9 del 2021, votata peraltro all’unanimità dal Consiglio regionale, che destina misure specifiche a favore delle imprese più deboli ed esposte attraverso la concessione di voucher da utilizzare nell’accesso al credito bancario attraverso i confidi».
Ed è proprio il protagonismo dei confidi l’aspetto su cui punta più decisamente la CNA. Perché, lo spiega numeri alla mani Donatella Paolucci, direttrice del confidi UNI.CO, vigilato da Bankitalia e presente in quattro regioni italiane: «La caduta del credito concesso alle imprese – dice – è figlio non solo dall’aumento dei tassi di interesse, che per le micro imprese è superiore al 9%, con oltre due punti di differenza rispetto alle imprese più grandi. Ma anche di criteri più restrittivi messi a punto dagli istituti di credito nei confronti della clientela suI criteri di concessione dei finanziamenti». Una tenaglia, dunque, che il supporto del sistema dei confidi può aiutare a superare. Ecco come, ancora nell’esempio di Paolucci, che sviluppa questa ipotesi: «Con una copertura a garanzia che raggiunge l’80% dell’importo concesso e con l’erogazione di voucher da parte della Regione dell’8% da utilizzare attraverso i confidi, ipotizzando la concessione di finanziamenti medi di 30mila euro sarebbe possibile con uno stanziamento di 7,2 milioni di euro sviluppare un moltiplicatore che sfiora i 90 milioni di euro. Una cifra che immessa nei bilanci del mondo delle micro imprese avrebbe effetti positivi evidenti».