Lavoro: secondo il Cresa, il mercato in Abruzzo migliora, ma meno dell’Italia. Dallo studio, una situazione sbilanciata a favore degli uomini.
Positive, nel complesso, le indicazioni che provengono dal mercato del lavoro anche se l’Abruzzo riporta valori ancora inferiori a quelli medi nazionali e migliori soltanto di quelli del Mezzogiorno. Nonostante un consistente incremento dell’occupazione femminile, la situazione di genere resta sbilanciata a favore degli uomini. Lo rileva il Cresa in un focus sulla qualità del lavoro.
Nel 2017 aumentano le forze di lavoro 15-64 anni (544mila unità) per effetto di una crescita del numero degli occupati di pari età (479mila), in particolar modo donne, e di una contrazione di quello dei disoccupati (65mila dai 15 anni in su), principalmente uomini. Il tasso di attività è del 64,5%, inferiore a quello medio nazionale. Il tasso di occupazione aumenta di poco più di un punto percentuale rispetto all’anno precedente (uomini: 68,6%; donne: 45,1%) e resta al di sotto dei valori del Centro-Nord. Il tasso di disoccupazione (uomini: 9,2%; donne: 15,3%) diminuisce dello 0,6%. La qualità del lavoro, rileva il Cresa, non risente positivamente delle buone dinamiche dell’occupazione.
L’incidenza di lavoratori irregolari, stimata per il 2014, è del 15,7%, superiore al 13,3% medio nazionale e in aumento di più di due punti percentuali rispetto al 2004. La percentuale di occupati che vede la stabilizzazione del rapporto di lavoro entro un anno è in discesa libera rispetto al 2012 e nel 2014 è particolarmente bassa sia per gli uomini (10,3% contro una media nazionale del 22,4%) sia per le donne (6,3%; Italia: 18,7%). I cosiddetti “precari permanenti” o “di lungo periodo” salgono dal 20,1% al 20,7%.
Quanto alle retribuzioni, rispetto al 2008 nel 2015 la percentuale dei lavoratori con bassa paga è scesa per gli uomini dal 7,3% al 6,1% del totale e per le donne è salita dal 13,8% al 15,3% delle occupate. Migliora rispetto al 2013 la percezione dell’insicurezza dell’occupazione (Abruzzo: 10,9%; Italia: 8,6%). Per quanto riguarda il grado di soddisfazione per il lavoro svolto, gli occupati regionali si mostrano al pari delle maggior parte delle regioni italiane, discretamente soddisfatti (7,3 in una scala da 0 a 10).