Luci e ombre nel sesto rapporto Economia e società in Abruzzo del Cresa.
Nel 2014 è cresciuto soltanto l’export regionale legato all’automotive, che ha fatto registrare una percentuale del 3% rispetto al 2013, nell’Abruzzo che ancora arranca per tentare di agganciare la ripresa economica in atto a livello nazionale e planetario.
Un quadro impietoso, anche se con qualche barlume di crescita e di miglioramento dopo sette anni di negatività – che si stanno concretizzando soltanto nel 2015: è quanto emerge dal “Rapporto Economia e società in Abruzzo” elaborato per il 2014 dal Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali delle Camere di commercio.
Tra i settori di attività le situazioni di maggiore sofferenza hanno investito il comparto delle costruzioni che ha fatto registrare una riduzione di oltre il 5% rispetto al 2013 (-3,8% la media italiana). Anche il valore aggiunto manifatturiero ha accusato una flessione (-2,1%) quasi doppia rispetto a quella media nazionale. Le attività del terziario sembrano mostrare una migliore capacità di resistenza nelle fasi cicliche negative.
Il 2015 si profila come l’anno della ripresa per la sola area centro-settentrionale del Paese che trae maggior vantaggio da un quadro esogeno più favorevole (accelerazione della domanda mondiale, deprezzamento dell’euro) e che ha subito un minor deterioramento dell’attività economica negli anni di crisi.
Ancora drammatici i dati della disoccupazione, che sfiora il 13% (a fronte del 9,4 in Italia). Gli occupati si sono ridotti di circa 10 mila unità rispetto al 2013, passando da 486 a 476 mila (quasi 22 mila unità in meno rispetto al 2007), con una flessione in termini relativi del -2%, pari al doppio di quella fatta registrare dall’intera circoscrizione meridionale (-0,8%). Le persone in cerca di occupazione, passate da 62 mila a 68 mila, sono invece cresciute (11%) ad un tasso doppio di quello del resto del Paese (5,5%). Il decremento degli occupati si è tradotto in una flessione di un punto percentuale del tasso di occupazione, che l’anno scorso si è sceso al 53,9%, quasi dieci punti percentuali in meno rispetto alle regioni centro settentrionali.
Nel 2014 calano le imprese totali in tutte le province e nella maggior parte dei settori economici mentre, d’altro canto, si nota il rafforzamento sul fronte della natura giuridica delle imprese. In sostanza diminuiscono le imprese individuali ( o si trasformano) e aumentano le società di capitali. Diminuiscono, invece, le imprese artigiane, commerciali trasporti, assetto più stabile e anzi in crescita per i servizi e la ristorazione.
Il servizio del Tg8: