Il Ministero dell’Interno fornisce i dati sugli sfratti dell’anno 2016 da cui emerge che in Abruzzo, in linea con il resto del Paese, la percentuale di quelli emessi diminuisce. Pescara, tuttavia, si conferma come la città più morosa della regione, dove aumentano gli sfratti eseguiti con forza pubblica.
L’unione Inquilini di Pescara e il suo segretario Walter Rapattoni, rendono noti i dati e affermano che “c’è ancora molto da fare nell’ambito delle politiche abitative”.
Nel corso del 2016 in tutta Italia sono state emesse 61.718 sentenze di sfratto, di queste 54.829 per morosità incolpevole, 4.350 per finita locazione e le restanti per necessità del locatore. Rispetto all’anno 2015 le sentenze di sfratto sono diminuite del 5,55%. Le richieste di esecuzione di sfratti presentate all’Ufficiale Giudiziario sono state 158.720, rispetto al 2015 si è registrato un +3,09%. Gli sfratti eseguiti con la forza pubblica sono stati 35.336, con un +7,99% rispetto al 2015. Si registra quindi un’aumento dell’esecutività degli sfratti a fronte di un minor numero di provvedimenti emessi. “Dato che testimonia ancora una volta l’incapacità delle politiche abitative di risolvere il problema alla radice”.
“E’ necessaria un’immediata sospensione dell’esecuzione di tutti gli sfratti, – scrive l’Unione Inquilini – compresa la morosità incolpevole che è la vera questione che occorre affrontare e su cui governo e regioni nulla hanno fatto nel corso degli anni nonostante le molte promesse. Ricordiamo che vi sono centinaia di migliaia di nuclei ‘inutilmente’ collocati nelle graduatorie e che attendono da anni una casa popolare. Anche in Abruzzo la situazione non è rosea, ma è migliore rispetto al dato nazionale. Nel 2016 le sentenze di sfratto emesse in Abruzzo sono state 1.262 con una diminuzione del 21,27% rispetto al 2015. La stragrande maggioranza sono per morosità (1.129 su 1.262). Gli sfratti eseguiti con forza pubblica sono stati 701, con una diminuzione del 7,03% rispetto all’anno precedente, ma solo nella provincia di Pescara sono stati 335, con un aumento in controtendenza nella regione dell’8,06%. Le richieste di esecuzione all’Ufficiale Giudiziario sono state 1.146 con una diminuzione del 20,86%. A fronte di questi dati chiediamo di dare risposte alle famiglie che avrebbero diritto a una casa popolare e che aspettano in graduatoria da anni e di usare la leva fiscale al fine di ridurre gli affitti. Serve, infine, un grande investimento per riconvertire il patrimonio pubblico non utilizzato ai fini della residenza sociale. La politica e le istituzioni non possono più temporeggiare, è tempo di agire.”
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