L’automotive in Abruzzo vale 8 miliardi di fatturato, 25 mila posti di lavoro, il 55% delle esportazioni e il 15% del Pil dell’industria regionale.
Per comprendere l’importanza di un settore strategico per l’economia abruzzese bisogna partire dalla lettura di questi dati, che ci rivela Raffaele Trivilino, direttore del Polo dell’automotive, presente questa mattina al tavolo regionale, convocato oggi dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Daniele D’Amario.
A discutere degli scenari futuri di un settore produttivo fondamentale per l’economia abruzzese oltre ai rappresentanti della Regione e del polo dell’automotive c’erano anche i Comuni di Atessa, Sulmona e San Salvo , sui cui territori insistono importanti realtà produttive del comparto, Confindustria, l’Arap, la Sangritana e i sindacati.
«Oggi è un bel giorno, perché per la prima volta dopo due anni riuniamo il tavolo in presenza, lanciando anche un segnale di ripartenza», ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Daniele D’Amario. «Sicuramente l’automotive sta affrontando tutte le difficoltà legate al settore, ma dopo l’incontro di ieri al Ministero, alla presenza del ministro Giorgetti e del ministro Orlando, Stellantis ha consolidato la sua presenza in Abruzzo, facendo chiarezza sul futuro del gruppo Stellantis in Italia e soprattutto in Abruzzo.
Quello dell’automotive è un comparto sicuramente di principale importanza per la nostra regione e soprattutto per la provincia di Chieti, producendo più del 55% del PIL e delle esportazioni abruzzesi nel mondo. Oggi lavoriamo più in prospettiva, avendo avuto rassicurazioni da Stellantis sul futuro in Abruzzo soprattutto di Sevel, in un momento in cui c’è tanta confusione e ognuno, parti sociali, Arap, Regione e sindacati, è chiamato a fare la propria parte.
Questo è anche un momento in cui è in atto la transizione ecologica che sicuramente lascerà dei costi sociali importanti, ma per quanto riguarda l’occupazione devo dire che da in Abruzzo siamo fortunati, perché in questo momento i pezzi che interessano la transizione ecologica del motore non si producono in Abruzzo e quindi questo sicuramente ci rassicura.
Insomma c’è bisogno di coesione. Sono sicuro che il futuro dell’automotive in Abruzzo sarà ridente, se ognuno si impegnerà a fare la propria parte.»
Assessore, quanto preoccupano gli scenari di guerra in questo momento?
«Sicuramente incidono, magari un po’ meno sull’automotive e un po’ di più su altri comparti produttivi. A breve avremo una riunione con un consorzio di pellettieri della Val Vibrata che avevano il core business sull’esportazione proprio in Russia. Sicuramente ci sono aziende più penalizzate in questo momento. La speranza è che si risolva presto, perché le conseguenze economiche della guerra sarebbero l’ennesimo problema dopo il covid, che già rappresenta un problema congiunturale di questi anni.»