“Non traiamo nessun vantaggio da questa situazione, non ci stiamo arricchendo. Anzi, la crisi colpisce noi come tutti. Lo sciopero è riduttivo, perché non serve a risolvere il problema”
“Non si capisce la posizione del Governo: sta cercando un colpevole? Noi non stiamo guadagnando di più e le sanzioni previste vanno oltre ogni logica”. E’ quanto afferma Giuseppe Parisse, del coordinamento Faib Abruzzo, la Federazione Autonoma Italiana Benzinai di Confesercenti. Anche a livello regionale, d’altronde, le oltre 600 stazioni di rifornimento presenti sul territorio sono alle prese con il caro-carburanti e con le decisioni dell’Esecutivo. Nei 616 impianti abruzzesi, al momento, secondo i dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise), i prezzi vanno dai 1,662 euro per la benzina self e dai 1,799 euro per il gasolio self ai 2,353 e 2,460 euro per benzina e gasolio serviti.
“C’è una cosa che molti non sanno – afferma Parisse – Il 60% dei gestori il prezzo la mattina lo trova già sulla ‘bandiera’. Infatti, nella maggior parte dei casi viene comunicato da remoto dalla compagnia di appartenenza. Sono minimi i margini discrezionali. Il guadagno medio di un gestore va dai 3 ai 6 centesimi al litro, a seconda di alcuni fattori, come il tipo di impianto o la zona. La media è di 41 euro per mille litri. Da
non sottovalutare, inoltre, che gli operatori il carburante lo pagano alla consegna, non c’è alcun tipo di dilazione”. L’esponente della Faib spiega inoltre che il prezzo medio regionale è dato dalla media dei prezzi praticati dagli impianti, che “variano da regione a regione, da zona a zona, in base a numerosi elementi, soprattutto per quanto riguarda le caratteristiche del territorio. Ad esempio – sottolinea – le aree interne, dove i collegamenti sono più difficili, potrebbero pagare un prezzo più elevato, ma sono tante le variabili in gioco”. “Le sanzioni non hanno alcun senso e lo sciopero è riduttivo. Sarebbe auspicabile, invece, imporre per legge il prezzo minimo ed il prezzo massimo. Questa – conclude Parisse – sarebbe la strada più giusta da percorrere”.