Pagliuca all’Assembla dei Soci di Confindustria Chieti Pescara: mercati incerti, è necessario entrare nel campo dell’intelligenza artificiale da protagonisti attraverso una sovranità europea
Tantissimi i rappresentanti di imprese, enti e istituzioni che si sono riuniti per un confronto sui possibili strumenti per realizzare la visione proposta dall’Associazione degli imprenditori delle due province: un Abruzzo moderno, efficiente, inclusivo e sostenibile, da realizzare seguendo l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze – di genere, generazionale, di territorio e di competenze. Si è tenuta infatti ieri martedì 18 luglio alle ore 18:00 nella sede associativa di Via Raiale 110 bis – Pescara l’Assemblea dei soci di Confindustria Chieti Pescara aperta al pubblico e quest’anno dedicata al tema “PNRR: QUALE FUTURO PER L’ITALIA?”.
Il Presidente Silvano Pagliuca ha aperto i lavori assembleari: “Le crescenti variabili geopolitiche, unitamente alle crisi sistemiche sempre più frequenti, hanno reso gli scenari mondiali più incerti e le dinamiche dei mercati sempre più difficili da interpretare. Bisogna conoscere, approfondire, ma soprattutto entrare nel campo dell’AI – intelligenza artificiale – da protagonisti attraverso una sovranità europea. Un rapporto di Goldman Sachs si spinge fino a predire che l’AI porterà ad un incremento annuale del 7% del PIL mondiale. Il PIL italiano negli anni pre-pandemia ha avuto aumenti annui tra lo 0,1% e l’1,6%. Il tema è dove, in quali Paesi questo 7% arriverà. E’ un tema che stiamo subendo e sottovalutiamo potenzialità ed effetti. Pensate che qualsiasi cosa produciamo, utilizziamo una tecnologia più o meno evoluta: ciò farà sempre più la differenza tra chi dominerà i mercati e chi scomparirà.” Poi a commento dei dati sull’economia del territorio ha aggiunto: “Il problema dei NEET dovrebbe toglierci il sonno. Se i giovanissimi tra i 15 e i 19 anni diventano ‘Neet’ perché abbandonano la scuola, nella fascia tra i 25 e i 29 anni c’è un’alta percentuale di ex occupati che possiedono, al contrario, un alto livello di istruzione. Non è eticamente accettabile né economicamente sostenibile rinunciare a questo enorme bacino di creatività ed energia potenziale. Le imprese vogliono diventare attrattive per queste generazioni così nuove, avendo il dovere di includerle nelle comunità locali”. E sul PNRR: “Dobbiamo essere pronti con le competenze che i nuovi scenari produttivi chiederanno ai lavoratori, con un sistema del credito che supporti le imprese nonché tagliando sprechi nella spesa pubblica. Il ritardo sull’attuazione del PNRR rischia di compromettere l’intera programmazione territoriale a sostegno del sistema produttivo.”
Vito Vacca, Esperto Senior in Fondi Europei, ha messo in evidenza come sull’attuazione del PNRR incombe il ritorno del Patto di Stabilità, sospeso da 2020 al 2023 per la pandemia, ma ora fortemente portato avanti ancora una volta dai Paesi “frugali” che ne vogliono il ripristino dal primo gennaio 2024, nonostante la guerra in Europa e le sue conseguenze sugli approvvigionamenti energetici, che hanno infiammato l’inflazione.
Il ritorno del Patto di Stabilità, oltre all’impatto negativo sulla crescita dell’Italia – come avvenuto negli ultimi 20 anni-, rischia di mettere in pericolo i flussi di finanza pubblica, che nei prossimi anni dovranno supportare l’attuazione degli investimenti del PNRR.
Stefano Olivari, Esperto di Finanza Pubblica e Governance europea del Centro Studi Confindustria ha tenuto intervenendo da remoto una approfondita relazione su criticità e opportunità del PNRR, partendo dallo stato di avanzamento e con un focus sull’Abruzzo: “Le risorse pianificate sono state posticipate più volte nel tempo. In parte è comprensibile, data la rapida pianificazione iniziale del PNRR; tuttavia, i più recenti rinvii potrebbero essere un sinonimo di difficoltà nella spesa. Sulle riforme molto è stato fatto, ma è troppo presto per una valutazione di impatto sul sistema produttivo. Non basta focalizzarsi solo sull’output, ad esempio l’approvazione di un decreto, ma occorre concentrarsi sull’outcome, cioè sui benefici attesi dal decreto.”