Sulla riforma degli ammortizzatori sociali la Uil Abruzzo lancia l’allarme. “Aumentano i contributi, buste paga più leggere per i lavoratori”.
Troppo alte le aliquote contributive previste nella riforma degli ammortizzatori sociali: un salasso per dipendenti e imprese, che pagheranno ancora di più il loro contributo per strumenti come la cassa integrazione o il fondo di integrazione salariale. L’allarme arriva da Michele Lombardo, segretario generale della Uil Abruzzo, che riprende una simulazione del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale.
In base allo studio, la revisione prevista in Legge di Bilancio comporta aumenti medi complessivi di 73 euro annui per le aziende da 6 a 15 dipendenti (più 76,8 per cento) e di 221 euro annui per le aziende da 16 a 50 dipendenti (più 161,5 per cento). Nello specifico in un’azienda da 6 a 15 dipendenti l’aumento è così suddiviso: 47,80 euro medi a carico dell’aziende (più 75,3 per cento) e di 25,20 euro a carico del lavoratore (più 80 per cento). Mentre in un’azienda da 16 a 50 dipendenti l’aumento è così suddiviso: 147 euro a carico dell’azienda (più 162,8 per cento) e 73,50 euro a carico del lavoratore (più 159,1 per cento). Le aliquote sono ripartite per due terzi a carico dell’azienda e per un terzo a carico del lavoratore. Pertanto, nelle realtà da 6 a 15 dipendenti il costo della contribuzione passerà da 95 euro annui a 168 euro: ciò significa che per l’azienda si passerà dagli attuali 63,50 euro a 111,30 euro e per il lavoratore da 31,50 euro a 56,70 euro. Nel caso di una realtà da 16 a 50 dipendenti, la contribuzione passerà dagli attuali 136,50 euro a 357 euro annui: per l’azienda si passerà dagli attuali 90,30 euro a 237,30 euro e per un lavoratore dagli attuali 46,20 euro si passerà a 119,70 euro.
“Da tempo sosteniamo la riforma degli ammortizzatori sociali – commenta Michele Lombardo – ora più che mai indifferibile, visto il loro ruolo in situazioni di crisi come quella che stiamo ancora attraversando. Ma è paradossale che a rimetterci debbano essere i beneficiari: in questo modo si va esattamente nella direzione opposta a quella da noi auspicata, perché le buste paga si vedrebbero ulteriormente alleggerite, peraltro in un contesto di difficoltà che il sistema industriale anche della nostra regione sta incontrando. Per questo – conclude Lombardo – auspichiamo che il ministro Orlando dia seguito alla richiesta delle parti sociali di un incontro per discutere di questa riforma che, se non be fatta, rischia di rappresentare più un ostacolo che un’opportunità”.