In Abruzzo cinghiali e lupi presenze costanti negli ambienti dell’uomo. Contro i primi si apre oggi la caccia. I secondi fanno strage di pecore. Residenti impauriti. Senza regole è rischio psicosi e… far west.
L’avvisaglia lo scorso anno a Pettorano, quando un residente uccise fucilate un orso che si era avvicinato troppo alla sua abitazione. Poi decine di altri “contatti ravvicinati” con plantigradi e di recente anche con lupi, autori di stragi di pecore: le specie protette, simbolo dei nostri Parchi scendono sempre più a valle. Persino un cervo spasso per Montesilvano, nei giorni scorsi.
Tutti animali (oltre che protetti) istintivamente inoffensivi per l’uomo che non li provochi: anzi è l’uomo a spaventare loro. Guardando sempre il rovescio della medaglia, poi, abbiamo davanti un’ottima opportunità per conoscerli da vicino, vincendo le nostre ataviche paure.
Ma non sono queste considerazioni, ancorché giuste, in grado di rassicurare i cittadini delle nostre montagne, e ora anche delle campagne, impauriti anche nell’uscire a buttare la spazzatura di sera.
Al Tg8 parla l’allevatore di Abbateggio che ha subito la strage: “Rivoglio le mie pecore! (video)”
height=315Anche in un convegno, proprio ieri, i maggiori esperti nazionali sulla protezione del lupo hanno sottolineato (cosi come per gli orsi), regole certe e aggiornate per rendere compatibile la convivenza.
Ultimo esempio, lo sconfinamento dei lupi in branco dall’oasi di Serranella nel Sangro, che ha sbranato capre e pecore in un raid all’interno di un’azienda agricola.
Il cinghiale: aperta la caccia
Nel frattempo, non onorato dalla dignità e dalla bellezza delle specie protette, il cinghiale brutto sporco devastatore e cattivo (anche qui se lo si attacca), finisce da oggi nel mirino non più in senso metaforico.
E’ scattata infatti in queste ore la stagione venatoria con l’abbattimento controllato per ridurne la popolazione, che sembra quasi incontenibile: ieri sul Salviano un giovane è rimasto ferito in un incontro ravvicinato con l’ungulato.
Ma è ormai in corso inarrestabilmente una vera e propria transumanza verso la costa. Dopo la corsa dello scorso anno sul lungomare di Pescara, nelle ultime ore un branco è stato avvistato a Francavilla al Mare, nei pressi del casello autostradale, come se sapesse che ormai la caccia è aperta e avesse pianificato la fuga. In città e sul mare ancora non si spara…almeno per ora.
Il cinghiale resta in vantaggio, contando sul suo principale alleato: l’uomo, nella sottospecie dell’amministratore incapace di decidere.
Una provocazione che abbiamo girato all’assessore regionale ai Parchi Donato Di Matteo (V.intervista)
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Dipindesse da jesse, li cinghiale si li magnesse tut quinde !
Apriamo la caccia ai politici " 'nghe lu vavacce ". Chippare tutti i cinghiali ? Questo nemmeno è capace di arrampicarsi sugli specchi come gli altri.... Il giornalista gli ha fatto una domanda su un argomento del quale non sa assolutamente niente.