Colpo di scena al termine del Cda della d’Annunzio: all’unanimità è stato votato il rinnovo del contratto del Dg Del Vecchio per soli due anni anziché tre.
Il Consiglio di amministrazione dell’Università”Gabriele d’Annunzio”, riunitosi oggi pomeriggio, ha legato la fine del mandato del contestato Dg Filippo Del Vecchio alla scadenza del rettorato di Carmine Di Ilio. Per entrambi, dunque, altri due anni di lavoro negli uffici dei piani alti di via dei Vestini a Chieti: il Rettore Di Ilio terminerà il suo burrascoso mandato il 31 ottobre 2017 mentre il 31 dicembre toccherà al Dg Del Vecchio. E se in base alla riforma Gelmini per Di Ilio non potrà esserci un bis poichè i rettori non sono ricandidabili dopo l’unico mandato della durata di sei anni, l’esito del Cda di oggi ha il sapore di una vera e propria sconfitta in primis per il Rettore. Era stato lui stesso, infatti, nell’ultimo Senato Accademico del 14 luglio scorso a perorare la causa del rinnovo del Dg per tre anni e non due. Un Senato che, però, al momento del voto è arrivato a spaccarsi in due fronti opposti e netti, due fronti che oggi si sono riproposti in Cda o meglio nel cosiddetto pre-consiglio. Secondo voci di corridoio è in quella sede che il Rettore dopo aver realizzato, con una sorta di conta ufficiosa, che la linea dei tre anni sarebbe uscita sconfitta 7 a 4 ha repentinamente deciso per il cambio di posizione dei “suoi”, quindi il voto all’unanimità del solo rinnovo biennale. Siamo pronti a scommettere che domani sarà il giorno dei commenti e delle reazioni, sindacali e non, ma domani è anche il giorno del tavolo di contrattazione per l’Ima: i sindacati degli oltre 300 amministrativi privati un anno fa, con un atto improvviso e unilaterale del Dg, dell’indennità che percepivano da anni torneranno a chiederla, per certi versi a pretenderla, e i toni non si preannunciano affatto concilianti e moderati. Intanto, il Senato prima e il Cda poi hanno preso per la prima volta, palesemente e ufficialmente, le distanze dal Rettore Di Ilio e dalle sue indicazioni in merito a Del Vecchio: il voto di oggi alimenta in molti la sensazione che la d’Annunzio stia cominciando a leggere nei due una sola testa decisionale legandoli non solo ad una stessa data di scadenza, ma anche ad un insieme di scelte sempre contestate il cui conto, al massimo tra due anni, verrà a questo punto presentato ad entrambi in egual misura.