Morti sul lavoro. Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil di Teramo hanno proclamato uno sciopero unitario di 3 ore per turno. Il presidio dei lavoratori questa mattina alle 11:30 sotto la Prefettura di Teramo
Sit in dei sindacati davanti la Prefettura di Teramo in Largo San Matteo. Proclamate 3 ore di sciopero unitario, eccetto per i servizi pubblici essenziali. L’articolazione sarà gestita dalla RSU nei luoghi di lavoro. L’agitazione alla luce dell’ultimo incidente mortale avvenuto lunedì scorso in contrada Travazzano nel comune di Teramo. Gianlugi Ragni, 27 anni di Campli, è morto folgorato. Lavorava per un’azienda sui tralicci dell’alta tensione per conto di Enel.
Marco Boccanera segretario Fim Cisl Teramo: “Continua la mattanza in una comunità distratta. Ancora una morte bianca a Teramo. La vita di un operaio 26enne, spezzata nel pieno del proprio dovere, portata via da cause al momento da verificare. Ennesima vittima e ennesima occasione in cui si torna a parlare di sfortuna o di “tragica fatalità” continuando così in quella che appare una intellettuale rassegnazione, alla morte bianca. Sarà forse una maniera per non porsi troppe domande? Per non giudicarsi, prima di giudicare? Bisogna dirlo, magari urlarlo una volta per tutte, non è mai la sfortuna, non è mai la fatalità a causare le morti bianche, all’origine di esse, purtroppo, c’è sempre una mancanza, sia essa di strumenti o dispositivi di protezione, sia essa di formazione o sia essa di piena coscienza dei rischi che si corrono». E continua: «Vogliamo vincere questa guerra? Iniziamo a chiederci, tutti nessuno escluso, cosa posso fare? Dove sbaglio? La classe operaia non andrà mai in Paradiso sino a quando ci sarà questa riluttanza nell’affrontare seriamente la questione. E già cominciata la campagna elettorale per la Regione Abruzzo. Ora chiedete ai candidati cosa intendono fare di serio per combattere questo stillicidio. Altrimenti invece del voto raccomandateli per un posto in fabbrica. Ora i funerali di Stato fateli a questo innocente».
La parola prevenzione deve venire prima del cordoglio, la parola sicurezza prima di produttività, la parola diritti prima dell’interesse economico. Per questo i sindacati chiedono di avviare un percorso che porti a una mobilitazione generale culturale sui temi della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.