Don Luigi Ciotti: «A Messina Denaro dico di convertirsi e di collaborare con la giustizia»
Fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera, don Luigi Ciotti è l’uomo simbolo della lotta alle tossicodipendenze prima e alle mafie poi. Oggi a Pescara ha incontrato circa 600 ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado della provincia sul tema: “Giovani verso una pienezza di vita: dall’indifferenza alla conoscenza e all’impegno per la legalità”.
Don Ciotti ha evidenziato che «l’Abruzzo così come tutte le altre regioni italiane non è esente da infiltrazioni malavitose . L’indifferenza alimenta le mafie ed è inutile parlare ai ragazzi senza ascoltarli».
Sulla revoca del 41bis all’anarchico pescarese Alfredo Cospito, in riferimento alla lettera-appello firmata da 38 intellettuali e giuristi e, anche da don Ciotti, il fondatore del gruppo Abele e di Libera ha spiegato che le polemiche scaturite sono strumentali poichè l’unico obiettivo della lettera è quello di chiedere «un gesto di umanità e coraggio. Va garantito che sia fatta giustizia ma anche sia rispettata la vita e la dignità umana».
Il momento di confronto è stato organizzato dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne, guidata da monsignor Tommaso Valentinetti, in collaborazione con gli insegnanti del territorio.
Nel corso dell’incontro ospitato dalla Cattedrale San Cetteo don Ciotti ha detto che «Nella lotta alle cosche è necessaria una rigenerazione culturale. Cosa Nostra affonda le radici nel vuoto dei diritti, si può battere con la giustizia sociale».