Isola del Gran Sasso: Martino Caldarelli è stato ucciso, arrestata una coppia

Arrestata una coppia per l’omicidio di Martino Caldarelli, scomparso giorni fa da Isola del Gran Sasso. La donna ha fornito le indicazioni per scoprire il corpo

Il cadavere di Martino Caldarelli, il 48enne scomparso venerdì da San Pietro di Isola del Gran Sasso, è stato rinvenuto in laghetto della Val Vibrata.

All’origine dell’omicidio ci sarebbe un tentativo di adescamento o, forse, una rapina finita male. La posizione della coppia fermata e ascoltata dai Carabinieri è in valutazione: i due non hanno fornito una vera e propria confessione, ma dichiarazioni “molto significative” che hanno consentito di
ricostruire l’accaduto. Il corpo è stato trovato proprio grazie alle indicazioni fornite dalla donna.

Ora entrambi, lui 41 anni e lei 26, sono in carcere perché ritenuti responsabili dell’adescamento e del delitto.

Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa dal procuratore capo di
Teramo, Ettore Picardi, e dal comandante provinciale dei Carabinieri, Pasquale Saccone.

Il delitto sembra legato a un ambiente marginale di persone che vivono di espedienti. Gli elementi raccolti fanno pensare all’assenza di un piano preciso, più che altro ad una situazione degenerata. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il 48enne, dopo essere stato adescato online, ha raggiunto l’abitazione della donna. Una volta lì si è trovato davanti la coppia e la situazione è degenerata, forse per un tentativo di rapina. Prima la violenta colluttazione, poi le coltellate. Il corpo di Caldarelli a quel punto viene trasportato in un’area di campagna a pochi chilometri dall’abitazione in cui si sono svolti i fatti e viene buttato in acqua, legato a un peso.

Martino Caldarelli enne è stato descritto come persona tranquilla. Il suo cadavere è stato individuato ieri sera in un laghetto a pochi chilometri dall’abitazione di uno degli indagati. Il corpo era sott’acqua, legato a un peso per non farlo riemergere.

Determinante per le indagini è stato il ritrovamento, domenica scorsa, dell’auto della vittima, riverniciata e data alle fiamme forse per occultare tracce di Dna. È da quel momento che gli investigatori hanno cominciato a lavorare sull’ipotesi di una morte violenta. Approfondimenti sono in corso su analoghi tentativi di adescamento portati avanti di recente dalla coppia. Il procuratore capo ha sottolineato che mancano gli ultimi dettagli, ma che si è vicini alla ricostruzione della vicenda e alla soluzione completa del caso.

Il corpo è stato scoperto a faccia in giù all’interno di un invaso artificiale noto come Branella, ai margini del torrente Salinello.

Le indagini dei Carabinieri, fin dall’inizio concentrate sulla Val Vibrata, hanno portato al ritrovamento proprio in quella zona, dove risiede la coppia attualmente al centro dell’inchiesta fermata con l’accusa di omicidio.

Caldarelli era scomparso venerdì scorso, dopo aver detto di voler andare in palestra a Val Vomano, ma aveva lasciato a casa il borsone sportivo. Secondo gli inquirenti potrebbe essere stato ucciso tra sabato e domenica. Gli ultimi segnali del suo cellulare lo avevano localizzato proprio nella zona della Val Vibrata, prima che il dispositivo venisse spento.

L’altro elemento chiave nelle indagini è stata la sua auto, una Fiat Panda rossa, rinvenuta domenica sera a Giulianova, in via Ruetta Bompadre. Il mezzo, dato alle fiamme insieme a un’altra vettura parcheggiata nelle vicinanze, inizialmente non era stato collegato alla scomparsa dell’uomo, anche perché l’auto sembrava di colore diverso. Solo un’analisi del telaio ha confermato che si trattava della Panda di Caldarelli, riverniciata di nero nel tentativo di depistare le indagini.

Foto della zona dove è stato trovato il corpo di Caldarelli

Marina Moretti: