Mare inquinato a Pescara: l’ex assessore Armando Foschi, portavoce di Fratelli d’Italia-An, presenta un esposto in Procura e chiede chiarezza.
Foschi chiede che vengano accertate eventuali azioni omissive e/o dolose da parte delle istituzioni e delle autorità preposte alla salute dei cittadini e perché non sono scattati i divieti di balneazione nel periodo in cui il mare è risultato inquinato in base alle analisi dell’Arta. L’episodio al centro del dibattito è, in particolare, quello avvenuto il 28 luglio scorso quando una condotta fognaria di via Raiale si è rotta causando lo sversamento in mare di una ingente quantità di liquami. Il danno è stato riparato il giorno dopo, ma i cittadini e i turisti hanno comunque fatto il bagno e nessuno li ha avvertiti della emergenza. Subito dopo la rottura della condotta, l’Arta ha effettuato le analisi delle acque, con valori molto alti per escherichia coli ed enterococchi, nel tratto di mare antistante via Balilla. Foschi si rivolge alla procura e chiede di fare chiarezza in merito alla vicenda e di accertare se ci siano eventuali responsabilità.
“Troppi casi di dermatiti e gastroenteriti – conclude l’esponente di Fratelli d’Italia-An – la magistratura ora indaghi.”
Intanto la commissione Vigilanza e controllo del Comune ha convocato per oggi i rappresentanti di Aca e Arta per fare chiarezza sulla vicenda.