Rigopiano, un anno dopo: era il 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse e distrusse l’hotel Rigopiano di Farindola provocando la morte di 29 persone. L’Abruzzo non dimentica. Mons. Valentinetti: “Le responsabilità vanno accertate”.
height=315Con il suono del silenzio si è aperta a Rigopiano alle 9.48 la cerimonia di deposizione di una corona davanti l’ingresso di quello che resta del Resort di Rigopiano di Farindola, alla presenza dei parenti delle 29 vittime, di diversi cittadini e delle autorità civili e militari. Di fronte al monumento che ricorda la tragedia di un anno fa. A presiedere la cerimonia è il vescovo della Diocesi Pescara-Penne Monsignor Tommaso Valentinetti che ha poi celebrato la Santa messa.
“Il sole deve tornare a risplendere nei vostri cuori se volete far riposare in pace questi figli, queste fidanzate, questi fidanzati, queste mamme e questi papà”. È un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, nel corso della Santa Messa officiata per commemorare le 29 vittime dell’Hotel Rigopiano a un anno di distanza dalla tragedia. “Non possiamo rimanere schiacciati sotto il peso del dolore – ha proseguito Valentinetti – dobbiamo affrontare il dolore. Dobbiamo puntare il dito contro il dolore, dobbiamo andare al di là del dolore: a questo serve la fede, non a chiedere che le cose non succedano ma per attraversare il dolore e la sofferenza, e ad attraversare anche la morte perché la morte l’attraverseremo comunque. Il Signore ci ha regalato oggi una giornata di sole, un anno fa qua stava finendo il mondo invece… Il sole deve tornare a splendere nei vostri cuori”. Davanti all’altare le foto delle 29 vittime dentro 29 cornici a forma di cuore e la scritta: ‘Il fuoco del nostro Amore’.
“Le responsabilità vanno accertate”
“Quando ci sono morti tragiche se ci sono responsabilità queste vanno accertate sicuramente”. Lo ha detto l’arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, nel corso dell’omelia della santa messa nella chiesa di Farindola (Pescara) per commemorare le 29 vittime dell’Hotel Rigopiano a un anno di distanza dalla tragedia del 18 gennaio 2017. Undici i sopravvissuti. Mons. Valentinetti ha ricordato i bambini della scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise, e i tre operai morti a Milano. “Chissà quante volte in quest’anno vi siete ripetuti ‘ma perché quella valanga nessuno l’ha fermata?’. A questa domanda non c’è una risposta perché purtroppo più volte mi sono scontrato con la morte come avete fatto voi: ho dovuto celebrare il funerale dei 27 bambini a San Giuliano di Puglia. Ero diventato vescovo da due anni: vi assicuro che è stato il funerale più difficile della mia vita. Anche allora mi sono chiesto: perché la casa di fronte alla scuola non è crollata e la scuola è crollata?”. “La risposta è la solidarietà umana che possiamo esprimerci – ha sottolineato Valentinetti – che ci deve far sentire un cuore solo e un’anima sola. Esiste anche una risposta di fede, di una fede forte e potente, perché la fede non serve come sapete per chiedere a Dio di non far succedere le cose. La vita ci insegna che 27 bambini sono morti, 29 persone sono morte, e che l’altro giorno 3 persone sono morte nella fossa mentre lavoravano a Milano”.
Tra le testimonianze anche quella di Giampaolo Matrone sopravvissuto alla tragedia dell’Hotel Rigopiano:
“Io non voglio passare oggi da sopravvissuto ma per il marito di una vittima, mia moglie Valentina. I danni fisici si conoscono, ma le mie ferite più gravi sono quelle del cuore. Quelle che porto dentro di me. Quella di oggi è una giornata dell’amore da dedicare a Valentina, alla sua mancanza, e agli atri 28 angeli”. Queste le parole Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo, uno dei sopravvissuti alla tragedia, a margine della commemorazione delle vittime di Rigopiano. Matrone, che è rimasto invalido e ferito dopo 60 ore passate sotto cumuli di macerie e neve, e per settimane ricoverato all’ ospedale di Pescara, nella tragedia di Rigopiano ha perso la moglie Valentina Cicioni di 32 anni, infermiera al Policlinico Gemelli di Roma”. “Ormai – ha aggiunto riferendosi a tutti i familiari delle vittime – siamo diventati un’unica famiglia, siamo tutti qui. Stare insieme ci regala tanta forza, condividiamo tutti lo stesso dolore. Oggi tornare qui sembrava una cosa facile, ma sono anche io un essere umano. Il viaggio è stato abbastanza duro, come è adesso. Ieri sera avevo pensato di non farcela e di non riuscire a venire, perché – ha concluso Giampaolo Matrone – il cuore batte forte e il dolore è immenso così come un anno fa”.
Parete: “Io sono un miracolato”
“Mi sento miracolato. Non sappiamo cosa abbiamo fatto noi per meritare questo, cosa dovrei fare per ripagare tutto questo bene che mi è venuto addosso”. Parla Giampiero Parete, il cuoco che lanciò l’sos, scampato alla tragedia di Rigopiano, quel 18 gennaio di un anno fa, insieme alla moglie e ai due figli. “Ho vissuto l’ultimo giorno dei 29 angeli. È difficile da dimenticare, sto sempre con il pensiero a loro”, ha detto Parete all’uscita dalla chiesa di Farindola dopo la messa per commemorare le 29 vittime.”Sono qui perché voglio stare insieme ai parenti delle vittime. Voglio ricordare insieme a loro tutto quel dolore che abbiamo vissuto”. Parete torna a quei drammatici momenti, quando lui, che era uscito per prendere dei medicinali in macchina, e il tuttofare dell’hotel Fabio Salzetta, che tra le macerie ha perso la sorella e ha aiutato i soccorritori a indirizzare gli interventi di salvataggio, si sono trovati soli nella tormenta con l’hotel alle spalle inghiottito dalla valanga. Parete dice di non ricordare molto di quel pomeriggio del 18 gennaio: “In quegli attimi così concitati ero sotto shock, ricordo e non ricordo quella sera. Però abbiamo fatto tantissime telefonate per far sì che ci venissero a salvare”. A proposito di come è cambiata la sua vita e quella della sua famiglia, il cuoco ha detto: “Associamo la neve al pericolo e pure i miei figli lo fanno con gli alberghi”.
E ad un anno dalla tragedia dell’hotel di Rigopiano, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha ricordato Alessandro Riccetti, il giovane di Terni lavorava come receptionist nella struttura travolta da una valanga. Lo ha fatto con un post sul suo profili Facebook. “Il mio pensiero – ha scritto Marini – va ad Antonella Riccetti, una mamma coraggiosa, forte, determinata, nel suo profondo dolore che sarà per sempre incolmabile per la perdita di suo figlio Alessandro. Ad Antonella il mio abbraccio e quello dell’Umbria, ad un anno da Rigopiano”.
“I nostri morti, le 29 vittime, hanno diritto a che la memoria del loro sacrificio non si perda e soprattutto che non sia stato vano perché tragedie simili non si ripetano più. A questo serve commemorare, non solo a rendere omaggio alle vittime ma anche fare in modo che si possa nel futuro evitare il ripetersi di un fatto simile”.
A parlare è l’ex sindaco di Farindola, Massimiliano Giancaterino, che nella tragedia dell’hotel Rigopiano, il 18 gennaio di un anno fa, ha perso il fratello Alessandro, capo cameriere del resort distrutto dalla valanga. Giancaterino è anche tra i 23 indagati nell’inchiesta della Procura di Pescara:
“Il fatto che io sia indagato non nasconde il mio dolore per la perdita di mio fratello e di altri amici così come viceversa il fatto di essere fratello di una delle vittime non deve porre in secondo piano la mia veste di persona indagata. Io mi sono rimesso al lavoro della magistratura e aspetto con serenità. Ho fornito loro quelle che sono le mie ragioni. Aspetto che loro assumano le loro determinazioni”. “La giustizia – ha proseguito Massimiliano Giancaterino parlando dell’inchiesta – sarà inesorabile. Arriverà alla definizione delle responsabilità. Bisogna soltanto affidarsi al lavoro dei magistrati. Non ho dubbi che si arrivi a definire verità e responsabilità”. E poi sulla commemorazione: “Quella di oggi è una giornata particolare. È l’anniversario di una tragedia che ha colpito non soltanto me personalmente ma il mio paese e l’intera opinione pubblica italiana, e forse anche oltre. Cercheremo di viverla come meritano di essere ricordate le 29 vittime”, ha detto Massimiliano che ha voluto lanciare un appello a tenere sempre i riflettori accesi e a non dimenticare. “L’auspicio – ha tenuto a sottolineare – è che si continui a parlare della tragedia, affinché si arrivi alla ricostruzione esatta del fatto storico e giudiziario, ma anche affinché si mettano in campo gli accorgimenti utili per evitare il ripetersi di tali tragedie in altri luoghi”. “Di mio fratello Alessandro – ha concluso – ho tantissimi ricordi e li porterò nel cuore sempre con me”.
Intanto il sindaco di Penne, Mario Semproni, alla vigilia del primo anniversario della tragedia, intervistato a “Fuori gioco” di Radio Uno, parla di disattenzione da parte dello Stato.
“Mi aspettavo più attenzione e più rispetto dalle istituzioni sovracomunali. Lo stesso presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, aveva promesso maggiore attenzione per la comunità pennese. Nulla però è stato fatto, aspettiamo ancora una sua visita”. E aggiunge: “Perfino le strutture occupate dal campo base allestito nel palazzetto dello sport per i soccorsi di Rigopiano sono rimasti così come un anno fa perché lo Stato non ci ha aiutato e noi non abbiamo i soldi per ripristinare le infrastrutture”.
E in una lettera al presidente del Comitato delle vittime dell’Hotel di Rigopiano, Gianluca Tanda, il sindaco di Penne ha incitato al coraggio. I familiari delle vittime di Rigopiano incontreranno il prossimo 22 gennaio il Presidente della Repubblica Mattarella e il 25 Papa Francesco.
“Il dolore è incancellabile. Si può attenuare un po’ in alcuni momenti della giornata ma in altri torna indietro come un macigno. Ora però ci aspettiamo che qualcuno inizi a dire: forse non ero la persona giusta al posto giusto. Non dico una ammissione di colpevolezza perché sarebbe troppo, però qualcuno che dica: non ho fatto abbastanza. Il mio lavoro l’ho fatto con superficialità. Questo sì”. Queste le parole del presidente del Comitato Vittime di Rigopiano Gianluca Tanda, che quel 18 gennaio ha perso il fratello Marco. Gianluca ha voluto ringraziare l’Abruzzo per l’affetto dimostrato oggi, ad un anno dalla tragedia: “Abbiamo visto oggi molto affetto vicino a noi. Questa era la giornata che chiedevamo: tanto amore. É questo che meritavano quelli che non ci sono più e penso che a loro sia arrivato qualcosa su. Oggi sono venuti in tanti. Molti purtroppo sono rimasti fuori dal palasport di Penne (Pescara), ma abbiamo allestito un maxi schermo. La nostra paura oggi era quella di essere solo noi parenti. Di essere stati dimenticati e invece la popolazione ci è oggi vicina e crediamo che ci sarà vicina ancora per tanto tempo”.
Alle 14.30 commemorazione nel Palazzetto dello Sport di Penne che fu base dei soccorritori. Valentinetti benedirà 29 piante di leccio che saranno messe a dimora vicino alla Cittadella dello Sport. Poi lettura di poesie e musica con il tenore Piero Mazzocchetti, accompagnato dall’Orchestra giovanile di fiati ‘Claudio Monteverdi’. Chiusura alle 18 con la ‘Corale Monte Camicia’. Presenti, su invito del comitato Vittime, gli artisti de “Le stanze di Federico & Friends” che hanno registrato il brano ‘Dove la neve non cade’
Dichiara la senatrice Pd Stefania Pezzopane: “Oggi è il giorno del lutto, delle lacrime e del ricordo per le 29 vittime dell’hotel di Rigopiano e della vicinanza ai famigliari e ai superstiti. Sotto l’albergo sono rimasti anche cari amici. Per l’Abruzzo è una ferita aperta e sanguinante. I procedimenti giudiziari faranno il loro corso e accerteranno le eventuali responsabilità, perché è giusto che si faccia assoluta chiarezza. Nel frattempo, in questo anno abbiamo con tanti provvedimenti affrontato l’emergenza e avviato la ricostruzione dopo il sisma del Centro Italia, tanto ancora resta da fare, ma la strada è tracciata. La tragedia di Rigopiano rimarrà per sempre nella memoria dell’Abruzzo e dell’Italia. Dopo un anno, oltre al dolore, resta la consapevolezza di dover fare tutto il possibile, affinché fatti così drammatici non si ripetano”.
“Io sono molto legato all’area vestina, perché mio padre è nato a Loreto Aprutino. È questo un giorno molto triste per l’Abruzzo, anche se tutti quanti avremmo auspicato che esattamente un anno fa ci fosse una giornata assolata come questa e invece tutto era diverso dodici mesi fa, con uno scenario apocalittico e con la perdita di 29 anime che invece di far festa e godere di un posto straordinario come l’Abruzzo, sono rimaste vittime”. Lo ha detto il tenore Piero Mazzocchetti che nel pomeriggio, presso il palasport di Penne, tiene un concerto in ricordo della tragedia di Rigopiano. “La musica è un linguaggio universale eccellente e oggi proporrò tre brani come Amara Terra Mia di Modugno e poi Nessun Dorma e infine Vincerò, auspicando che all’alba di un nuovo giorno si possa tutti vincere”.
A un anno dalla tragedia di Rigopiano, la Regione Marche ricorda le vittime della sciagura. Ai loro familiari, agli amici e ai concittadini il presidente e la giunta, in rappresentanza dell’intera comunità regionale, esprimono in una nota “sentimenti di sincero affetto e vicinanza”. In questo giorno di memoria “un pensiero riconoscente va anche alla generosità, alla professionalità e al lavoro dei soccorritori, che si sono spesi con coraggio nel difficile compito del salvataggio”. Nell’incidente dello scorso 18 gernnaio – ricorda la nota – morirono sei marchigiani: Marco Vagnarelli, 44 anni, operaio della Whirlpool di Comunanza e Paola Tomassini, di 46, barista della società Autogrill, che erano nell’albergo di Farindola per una breve vacanza sulla neve. Emanuele Bonifazi, il 31enne addetto alla reception dell’albergo, era di Pioraco (Macerata). Marco Tanda, pilota Ryanair, di Castelraimondo (Macerata). Di Osimo Domenico Di Michelangelo, 41 anni, agente delle Volanti e sua moglie Marina Serraiocco, 37 anni, commerciante, hanno lasciato un figlio, il piccolo Samuel, oggi 8 anni, estratto vivo dalle macerie.
“Ad un anno dalla tragedia di Rigopiano, in cui persero la vita 29 persone per la valanga che travolse l’hotel, le responsabilità politiche sono ancora impunite”: è quanto dichiara in una nota Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli di Italia. “Ho depositato una richiesta per l’istituzione di una commissione di inchiesta sui danni prodotti dalla riforma Delrio, che ha tagliato i fondi per la manutenzione stradale alle Province, provocando disastri come nel caso di Rigopiano, perché ad un anno dalla tragedia a pagare sono state solo le vittime, mentre i veri responsabili, il ministro Delrio con la sua inutile riforma, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e l’ex premier Matteo Renzi, partecipano oggi al festival dell’ipocrisia, commemorando le vittime del loro malgoverno”, conclude Cirielli.
Nel giorno della commemorazione per la tragedia di Rigopiano, i dipendenti della società Tua hanno voluto ricordare il collega Piero Di Pietro, tra le 29 vittime assieme a sua moglie Barbara Nobilio, intitolandogli la sala riunioni della divisione gomma di Pescara. L’iniziativa è stata proposta da Antonio Montanaro, direttore della divisione gomma, che con i suoi collaboratori, ha voluto ricordare l’amico e collega. Alla cerimonia, che si è tenuta in forma privata, hanno partecipato le figlie di Piero e Barbara, Federica e Fabrizia, i fratelli e la sorella di Piero, la sorella di Barbara, le madri delle due vittime, i dirigenti e tanti colleghi. La targa è stata scoperta dalle figlie Federica e Fabrizia. Piero Di Pietro, per trent’anni, si è occupato di movimento e di traffico prima nella ex Arpa e, successivamente, in Tua Spa.
“Un uomo concreto, di poche parole, ma con la grande capacità di giungere al sodo senza troppi giri di parole, insofferente ai compromessi – dice Antonio Montanaro, direttore della divisione gomma di Pescara per Tua spa. Tua, con la scomparsa di Piero ha perso un collaboratore affidabile, prezioso e, per tantissimi, un amico ed un grande uomo”. Il direttore generale di Tua Spa, Giuseppe Alfonso Cassino, ha ricordato il rigore di calciatore di alto livello e poi di allenatore che Di Pietro, con eguale tensione morale, serietà e caparbietà, aveva trasposto nella sua attività professionale. “L’iniziativa di intitolare la sala riunioni a Piero serve a mantenere ancora più vivo il legame che ci legava a lui prematuramente scomparso e sulla quale “nessuna neve potrà mai cadere a coprirne il ricordo”, afferma Cassino citando alcune parti della canzone composta per commemorare le vittime di Rigopiano ‘Dove la neve non cade’. “Tua ha voluto essere la seconda famiglia per le figlie Federica e Fabrizia e, con l’ inaugurazione della sala riunioni intestata a Di Pietro – prosegue il dg di Tua Spa – perpetuare la memoria del collega e con essa quello che egli, con il suo comportamento, ha saputo testimoniare, in famiglia come nel lavoro, nella società come nello sport”.
Un minuto di silenzio per ricordare le vittime della tragedia di Rigopiano è stato osservato prima dalla cabina di regia per la ricostruzione post sisma oggi a Pieve Torina (Macerata), che ha approvato un piano di opere per un miliardo e 35 milioni di euro. Lo ha riferito il Commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli.
“Non potevamo esimerci da un pensiero affettuoso per le famiglie delle vittime e dei sopravvissuti” ha detto Paola De Micheli durante la conferenza stampa, affiancata dai partecipanti alla cabine di regia: il capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, i presidenti di Regione Luca Ceriscioli (Marche), Catiuscia Marini (Umbria), gli assessori Mario Mazzocca (Abruzzo) e Lucia Valente (Lazio).
“Cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime di Rigopiano” è stato espresso anche dal Capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ha partecipato al comitato per la ricostruzione a Pieve Torina (Macerata), presieduto dal commissario Paola De Micheli. “L’anno scorso in queste ore c’era un particolare impegno per il sistema di protezione civile – ha ricordato -, avevamo 31 mila persone assistite e l’evento di Rigopiano. Ringrazio tutti i volontari e le volontarie che si sono prodigati per alleviare le sofferenze della gente”. Le aree vennero “colpite da un duplice evento – ha aggiunto -: da un lato le eccezionali nevicate su cui si sono innestate le scosse telluriche, quattro di magnitudo superiori a 5 gradi della scala Richter, localizzate in Abruzzo, e a distanza di qualche ora l’evento di Rigopiano”. Si è trattato – ha concluso Borrelli – di “un momento di particolare impegno che il sistema ha saputo fronteggiare efficacemente con tutte le forze che aveva in campo”.
Nel pomeriggio sono stati benedetti nel corso di una breve cerimonia i 29 lecci piantati nei pressi del palazzetto dello sport di Penne (Pescara) per commemorare le vittime dell’hotel Rigopiano a un anno di distanza dalla tragedia: un percorso significativo che con lo sguardo abbraccia la scia bianca, ricordo della valanga, per arrivare al verde delle piantine, colore della speranza. L’iniziativa, realizzata dalla pro loco di Penne in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha visto la partecipazione dei parenti delle vittime nell’ambito della commemorazione odierna.
“Queste sono piante viventi – ha spiegato don Andrea Di Michele, parroco di S.Domenico di Penne – i nostri cari, le persone che hanno perso la vita a Rigopiano oggi vivono, vediamo che continuano a vivere: queste piante vivono, mentre la corona che deponiamo è fatta di fiori recisi, tagliati, le piante sono sempre viventi. L’idea è proprio questa, che i nostri cari continuano a vivere. Il senso è molto semplice: vi invito a passare ogni tanto in questo luogo e ad adottare ogni pianta, segno della persona cara che non c’è più”.
Intanto un nuovo esposto su Rigopiano è stato presentato nei giorni scorsi dal Forum H2O oggi alla Procura di Pescara. Il Forum H2O chiede di verificare operato della Regione su due aspetti: l’attuazione della Legge regionale 72 del 1993 sulla Protezione Civile e la procedura di sdemanializzazione dell’area dove è stata costruita la SPA.
“La legge regionale”, spiega il Forum, “in vigore da 24 anni al momento della tragedia, assegna precisi compiti alle varie figure dell’ente, dal Presidente, alla Giunta, agli uffici regionali e ad alcuni comitati. Prevedeva che la regione approvasse dettagliati Piani di Emergenza, da aggiornare annualmente, nonché programmi di prevenzione. Ad oggi risultano adottate con D.G.R. 482 del 21/07/2016 le “Linee guida per la predisposizione del Piano regionale di emergenza”. ‘Il piano secondo la legge è fondamentale per tutte le questioni attinenti le emergenze, dall’individuazione dei rischi alle modalità di intervento con la definizione specifica di competenze e qualifiche necessarie. Il Forum H2O chiede quindi di verificare se vi sono state omissioni nella redazione di questi strumenti indispensabili per legge. La questione della sdemanializzazione riguarda l’autorizzazione alla costruzione della SPA e attiene ad un procedimento diverso rispetto a quello che fu oggetto di un’indagine della Procura nel 2010 terminata con l’assoluzione degli imputati. Il Forum H2O aveva già brevemente segnalato la questione nel primo esposto dello scorso 25 gennaio 2017. Ora, avendo avuto accesso a tutti i documenti regionali, esprime forti dubbi sulla regolarità della procedura seguita, in quanto la sdemanializzazione è avvenuta a posteriori rispetto all’autorizzazione per la costruzione della SPA che fu quindi assegnata senza la titolarità piena del sedime, consentendo a privati un importante intervento edilizio di migliaia di metri cubi su terreni originariamente pubblici”.
Stasera alle 22.30, su Rete8, puntata speciale di “In Cronaca” a cura di Luca Pompei, con immagini e testimonianze della tragedia di un anno fa.
Il nostro ricordo. Rigopiano, 18 gennaio 2017
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