Sui social abruzzesi scatenati da ieri con foto e video da ogni angolo della regione alle prese con una Pasqua di neve e gelo: a casa e al caldo, l’augurio che anche noi vi e ci facciamo è che sia comunque una serena giornata all’insegna dell’auspicio di Papa Francesco a “non perdere mai la speranza”
Nevica, piove, fa freddo eppure il calendario dice che è il 9 aprile! Moltissimi gli angoli dell’Abruzzo montano da ieri alle prese con paesaggi e atmosfere decisamente poco pasquali. E se su i social video e foto raccontano, con rassegnata ironia, alberi in fiore ricoperti di neve o preparativi di scampagnate rimandati a più tiepide temperature anche lungo l’Abruzzo costiero nuvole e freddo dicono la loro in una Pasqua destinata a passare alla storia meteorologica di certo!
Archiviata, rimandata di certo, la scampagnata di pasquetta, albergatori e operatori specie delle montagne abruzzesi si augurano che dalle vicine regioni i più coraggiosi scelgano i nostri rifugi, i cammini di montagna e gli agriturismi anche se in caso di maltempo, come quello confermato anche per domani, la cautela non deve mai andare in vacanza specie se si opta comunque per una gita fuori porta. Il nostro Abruzzo, del resto, offre paesi e riserve degne di nota che se accessibili potranno regalare una giornata in compagnia diversa dal solito: sempre in sicurezza, evitando sciocchezze e azzardi e magari optando per centri storici e una bella maratona culinaria con i piatti più tipici delle nostre tavole della festa.
Ma la Santa Pasqua come nelle parole di Papa Francesco è, forse quest’anno più che mai, “un invito a non perdere la speranza, nonostante tutto. Nella Veglia pasquale si celebra la Risurrezione, viene letto il racconto evangelico di «Maria di Magdala e l’altra Maria» che vanno al sepolcro e «avanzano incerte, smarrite, con il cuore lacerato dal dolore» perché «pensano che Gesù si trovi nel luogo della morte e tutto sia finito per sempre». Accade anche ora: l’idea che restino solo «tombe sigillate: quelle delle nostre delusioni, le nostre amarezze, la nostra sfiducia, quelle del “non c’è più niente da fare”, “le cose non cambieranno mai”».
“La forza di Pasqua invita a rotolare via i massi della delusione e della sfiducia”. Nel Vangelo, un angelo annuncia la risurrezione e dice alle donne di andare in Galilea, Francesco alza lo sguardo: «La Pasqua ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia”.
Come ogni anno, in occasione della Pasqua, i fiori in piazza San Pietro sono stati offerti dai Paesi Bassi. Si tratta di una tradizione di quasi 40 anni. Ogni anno la composizione floreale cambia. Tra i 10 mila fiori e 10 mila bulbi, anche circa 720 rose.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Sua Santità Papa Francesco, il seguente messaggio: “La santa Pasqua mi offre la graditissima opportunità di porgere alla Santità Vostra i più fervidi auguri della Repubblica Italiana e miei personali. Di fronte al protrarsi della brutale aggressione russa all’Ucraina e agli scenari di crisi che travagliano diverse aree del mondo i Suoi reiterati appelli alla concordia tra i popoli richiamano tutti – a cominciare da quanti hanno responsabilità di governo – alle esigenze di quel vincolo di fratellanza che ci predispone al dialogo e alla comprensione reciproca. Auspico, dunque, che le festività pasquali consentano di approfondire la riflessione avviata sessant’anni orsono da san Giovanni XXIII con la Lettera Enciclica ‘sulla pace fra tutte le genti fondata nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà’: è infatti più che mai necessario il contributo di tutti gli uomini e le donne di buona volontà nell’attuazione del bene comune, per fornire risposta all’anelito di pace avvertito dall’umanità. In questo spirito, Le rinnovo, Santo Padre, sinceri e affettuosi auguri per la Pasqua, unitamente alle mie cordiali felicitazioni per l’ormai prossima ricorrenza di san Giorgio”.
Una settimana, quella che oggi vede il suo apice liturgico e religioso, vissuta anche in Abruzzo tra fede e tradizioni: dalle processioni del Venerdì Santo, quasi ovunque “benedette” da una rapida clemente pausa del maltempo, passando per le tante più intime veglie di preghiera. Di certo quella che chiamiamo la settimana santa è stata scandita con apprensione da un clima internazionale difficile che inevitabilmente si ripercuote anche sui più semplici vissuti quotidiani di ciascuno di noi. Sarà anche per questo che parole come speranza e fiducia finiscono per decontestualizzarsi per assumere una forza sicuramente più universale.