Spari ad altezza di uomo, auto a fuoco durante la fuga, due vigilantes costretti alla resa ma l’agguato fallisce. Scene da far west ieri mattina a Spoltore quando un commando di 7, forse 8 persone, ha tentato un assalto ad un portavalori sulla A14. Guardie giurate in ospedale. C’è la pista pugliese
Una banda di rapinatori che ha dato da subito la netta sensazione di essere esperta di assalti del genere e di aver ben studiato il colpo: nel mirino dei 7 forse 10 malviventi, poco dopo le 7, un portavalori dell’istituto di vigilanza Aquila di Ortona. Attimi di paura anche tra chi transitava in auto nella zona del colpo e l’inferno sull’autostrada A14, all’altezza di Spoltore. Ma il
colpo sfuma per l’arrivo della polizia: il potenziale bottino, stimato tra i 270 e i 290mila euro, resta dentro il furgone diretto nelle Marche. I malviventi sono costretti a fuggire solo con le pistole sottratte alle due guardie giurate, un 45enne pescarese e un 54enne teatino.
Ora le indagini, coordinate dal pm Anna Benigni, sono in mano alla squadra mobile di Pescara. Entrambe le guardie giurate finiscono in ospedale e la pista più avvalorata è quella della mala pugliese.
Spari ad altezza d’uomo, paura e fuoco: sono scene che riportano alla mente la rapina alla sede dell’Ivri-Sicuritalia del 24 marzo 2022, quando da San Giovanni Teatino sparirono 6 milioni di euro.
I banditi arrivano a bordo di tre auto e bloccano il portavalori dopo avergli sbarrato la strada con un camion e un’automobile, i cui proprietari sono costretti a rallentare e fermare la corsa sotto la minaccia delle armi. I rapinatori – i testimoni parlano di almeno sette o otto persone: gli inquirenti non escludono fossero addirittura 10. I criminali, usando una mola, creano un varco nello sportello e, attraverso un tubo, spruzzano nell’abitacolo il contenuto di un estintore. I vigilanti resistono il più possibile, ma alla fine sono obbligati a scendere, guadagnando comunque minuti che risulteranno preziosi. Scoppia una colluttazione e le guardie giurate, che riportano escoriazioni, vengono costrette a distendersi a terra, mentre i banditi s’impossessano delle pistole delle vittime.
«Mi hanno detto “ti sparo in testa”: erano italiani, forse del sud», racconterà il capo scorta. Uno dei criminali si arrampica sul portavalori e inizia a tagliare il tettuccio. Proprio in quegli istanti, nell’altra carreggiata, transita il furgone dell’istituto di vigilanza Sicuritalia: questa terza guardia giurata fa retromarcia per tentare di aiutare i colleghi, ma la gang gli spara contro . Ma il piano criminale va comunque in fumo per l’intervento delle pattuglie della Stradale e della questura di Pescara, guidata da Luigi Liguori.