La Guardia di Finanza di Ancona nell’ambito dell’operazione denominata “Caravan petrol” ha scoperto una frode da 24 mln di litri di carburante. Arrestato anche un Teramano.
L’illecita commercializzazione di carburante, una delle più ingenti frodi fiscali nel settore dei prodotti petroliferi degli ultimi anni, era stata messa in piedi da un’associazione per delinquere che avrebbe condotto una maxi frode per 24 milioni di litri di benzina e gasolio.
Le indagini, durate un anno e coordinate dalla Procura di Macerata nell’ambito dell’operazione “Caravan Petrol”, ha portato al sequestro di beni per oltre 8,6 milioni di euro e all’arresto di tre persone che avevano creato società fittizie con lo scopo di vendere “in frode” benzina e gasolio su tutto il territorio nazionale.
I tre arrestati, tre pregiudicati per reati specifici residenti a Civitanova Marche, nel Teramano e nel Napoletano, avevano dato vita nelle rispettive province a sette società ‘cartiera’, cioè fittizie, che solo sulla carta, acquistavano carburante da varie raffinerie italiane (risultate estranee alle indagini), simulando di essere abituali esportatrici all’estero, per poter godere dell’esenzione del pagamento dell’Iva. Prima di sparire senza versare le imposte, le aziende ‘cartiera’ cedevano gasolio e benzina sottocosto a società compiacenti, che operano effettivamente nella distribuzione del carburante lungo strade e autostrade. Queste ultime società mettevano poi in vendita il carburante alla pompa a prezzi leggermente inferiori a quelli di mercato, con margini di profitto tutti in danno della concorrenza. Sui benzinai sospettati di acquistare e rivendere il carburante acquisito in modo illecito gli accertamenti sono ancora in corso: si tratta di una cinquantina di distributori di Marche (cinque impianti), Lazio, Campania, Puglia, Abruzzo, Calabria e Molise.
Ai tre arrestati, che hanno ottenuto i domiciliari, e agli altri 15 indagati, le Fiamme gialle hanno notificato in queste ore il sequestro per equivalente di 21 immobili (per un valore di 1,4 milioni di euro), 7 autovetture e 70 conti bancari.
Le ipotesi di reato formulate dal procuratore della Repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio, sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla truffa aggravata ai danni dello Stato.