Ulteriori due settimane di Cassa Integrazione per circa un migliaio di dipendenti fino al 7 luglio alla Stellantis (Ex Sevel) di Atessa. Sindacati preoccupati sugli scenari futuri.
Il presidio industriale e automobilistico più importante, non solo in Abruzzo, ma in tutto il centro Italia, si prende una pausa, anche se breve, annunciando, in due fasi distinte, dal 10 al 23 giugno e dal 24 giugno al 7 luglio, cassa integrazione per circa un migliaio di dipendenti. Stiamo parlando della Stellantis di Atessa, Ex Sevel, che mette a riposo forzato 380 operai e 20 impiegati, prima, e 570 operai e 30 impiegati, poi, adducendo, come motivazioni, un sensibile calo di produzione sul fronte dei veicoli cabinati e di quelli cosiddetti a passo corto. Una pausa fisiologica che, in apparenza, non dovrebbe destare particolari preoccupazioni, ma che, visto il contesto storico ed economico, di preoccupazioni ne destano e come. A lanciare un grido d’allarme le principali sigle sindacali Fim-Cisl; Uilm-Uil e Fiom-Cgil, che temono un indebolimento del prestigioso presidio industriale, leader nella produzione di veicoli commerciali, a vantaggio di produzioni estere in Messico, Francia e Polonia:
“Chiediamo assoluta chiarezza da parte dell’azienda – spiega Andrea De Lutiis Fiom-Cgil Chieti – perché non vorremmo che dietro questo provvedimento, al di là delle ripercussioni sull’indotto, ci sia l’intenzione di puntare su altri insediamenti produttivi, in particolare in Messico, Francia o Polonia. Anche per quel che riguarda la transizione ecologica e quindi la produzione di vetture elettriche , c’è ancora troppa incertezza sul futuro. Speriamo di avere a breve chiarimenti.”