L’Italia supera il milione di casi Covid accertati, ma si stima che i contagi sommersi siano molti di più, tra asintomatici e falsi negativi ai test fai da te. E anche l’Abruzzo con la sua quota parte in rialzo fa i conti con questa nuova ondata di contagi inaspettatamente estivi
Anche se a fronte di un importante aumento dei positivi non corrisponde, almeno al momento, un incremento significativo e preoccupante delle ospedalizzazioni, come ribadisce il professor Jacopo Vecchiet, primario del reparto di Malattie infettive del Santissima Annunziata di Chieti.
«Al momento la curva dei contagi non corrisponde a quella dei ricoverati, quindi gli ospedali, pur avendo registrato un aumento dei casi, soprattutto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, al momento si trovano a dover affrontare una situazione assolutamente gestibile.
Dal punto di vista clinico queste ultime varianti sembrano colpire un po’ meno i polmoni, quindi i pazienti non presentano quelle grandi insufficienze respiratorie che vedevamo fino a qualche mese fa. Un discorso a parte però va fatto per i non vaccinati, per i soggetti fragili e per gli anziani, dove comunque il virus è in grado di innescare una reazione sistemica nell’organismo che può compromettere le funzioni vitali. Per questo quindi rimane un virus da guardare con molto sospetto e molta attenzione.
Il mese di luglio sarà quindi caratterizzato da questi numeri e da queste positività sul territorio. È chiaro che sui grandi numeri anche l’ospedale potrebbe di nuovo tornare a gestire un numero maggiore di ricoverati, però credo che le cose dovrebbero essere gestibili. Quindi mi aspetterei un luglio caratterizzato da questi focolai, che a seconda di dove colpiscono possono creare più o meno problemi.
Rispetto agli altri anni di pandemia quest’anno le due sottovarianti hanno aumentato la loro capacità di contagiare le persone, pertanto è chiaro che, una volta riaperto tutto, era abbastanza prevedibile trovarsi di fronte un aumento dei contagi. Sicuramente rispetto agli anni precedenti, è subentrata anche la stanchezza, per cui è venuta meno anche l’attenzione che avevamo fino a qualche mese fa rispetto alle regole che conosciamo bene, come l’uso della mascherina e la sanificazione delle mani, su cui però forse dovremmo tornare a fare qualche riflessione.
Quello che accadrà in autunno non è ancora facilmente prevedibile, ma sicuramente dobbiamo tornare a vaccinarci, perché forse sul fronte vaccinazioni non è stato proprio corretto, da un punto di vista gestionale, ritardare le somministrazioni delle dosi booster. Speriamo che un grosso contributo venga dato anche dai nuovi vaccini che potrebbero dare una copertura maggiore.
In questo momento sappiamo che la copertura vaccinale, soprattutto per la terza e quarta dose, tutela dalle gravi forme di malattie respiratoria, quindi il consiglio è di non prendere troppo tempo e di non procrastinare per tutelarci dalle forme più gravi della malattia, perché in questo i vaccini ci hanno dato conferme importanti.»