Omicron 4 e Omicron 5, colpevoli dell’incremento dei positivi al Covid di queste ultime settimane, hanno presumibilmente i giorni contati. L’ultima sottovariante al virus, identificata in India e segnalata in diversi paesi, tra cui Germania, Regno Unito, Giappone, Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, già è pronta a prendersi l’esclusiva sui contagi
Annunciandosi come altamente infettiva, anche tra vaccinati e guariti, per il gran numero di mutazioni che la caratterizzano. Alle prese col suo milione di positivi accertati, che con Omicron raggiungerà il suo picco presumibilmente per la fine di luglio, anche l’Italia dunque si prepara a fare i conti con l’ultima sottovariante.
«Presto o tardi arriverà, perché finora non ce n’è stata una di variante che non sia arrivata», ha dichiarato il professor Liborio Stuppia, direttore del Laboratorio di Genetica molecolare dell’Università d’Annunzio di Chieti. «Il punto è che con tutte le interconnessioni che ci sono le varianti viaggiano veloci e se prima la variante di un virus poteva considerarsi endemica di un luogo ora tutte le varianti diventano pandemiche».
Sul numero sottostimato di contagi, causati anche da un uso improprio dei test fai da te, il professor Stuppia aggiunge che «bisogna fare un distinguo tra screening e diagnosi. Nell’attività di screening possiamo anche permetterci di avere qualche falso negativo, ma nella diagnostica no, soprattutto se si ha a che fare con anziani, fragili e operatori sanitari.»
Cos’è cambiato rispetto ai precedenti anni di pandemia e perché quest’anno dobbiamo fare i conti con questi numeri importanti?
«Sicuramente è cambiato il virus. Quest’anno abbiamo a che fare con varianti molto più contagiose, ma soprattutto quel che è cambiato davvero è che sono cadute le barriere. L’estate scorsa siamo stati molto più responsabili, mentre quest’anno sono venute meno le restrizioni e quindi assistiamo anche tra i giovani a beach party che sono un vero e proprio inno alle infezioni.»