Operazione della flotta russa per stoppare i movimenti della portaerei americana Truman: un caccia è penetrato fino all’Abruzzo. Secondo un reportage di la Repubblica al largo della nostra costa una sorta di “sfida segreta tra Russia e Nato”.
L’incrociatore Varyag ha sbarrato il canale d’Otranto. Non si è fatta attendere la reazione delle navi Nato che si sono schierate nello Ionio: “Un caccia si è piazzato al largo delle coste abruzzesi”. Per la Repubblica non vi sono dubbi: in Adriatico tre settimane fa circa questo era lo scenario. Vere e proprie prove di tensione diplomatica tra Usa, Nato, e Russia. Quest’ultima avrebbe piazzato una flotta al largo dell’Abruzzo per stoppare i movimenti della portaerei americana Truman: “Un caccia è penetrato fino all’Abruzzo” si legge oggi sulla versione on line del quotidiano. Le navi Nato a loro volta si sono piazzate nello Ionio: di fatto la distanza tra le due flotte in molti casi è stata più che ravvicinata. Pericolosamente ravvicinata. Di “sfida segreta, a tratti temeraria” parla la Repubblica nel cui articolo si legge in più passaggi di quanto accaduto al largo della nostra regione. Tensioni destinate, secondo gli esperti, a non restare isolate ad episodi come questo del quale vi raccontiamo.
“Una mossa strategica: si tratta del mare più vicino all’Ucraina, quello da cui missili e aerei possono in teoria intervenire più rapidamente sulla linea dei combattimenti. Lo scorso 22 luglio il caccia “Ammiraglio Tributs” ha superato il canale di Otranto ed è risalito più a nord: è andato oltre il Gargano e si è piazzato a largo delle coste abruzzesi, affollate per le vacanze estive. Non era solo. L’incrociatore “Varyag” lo ha seguito, con le sue batterie di missili a lungo raggio: è rimasto davanti al Salento, tenendo sotto tiro con i suoi radar il passaggio chiave per l’Adriatico. Insieme a lui una terza unità, la “Vasily Tatishchev”: un battello spia, con strumentazioni per intercettare comunicazioni radio e impulsi dei sensori. Il suo compito era quello di studiare le reazioni elettroniche della Nato all’incursione. L’iniziativa della Marina russa ha aperto un lungo duello, con i comandi Nato impegnati a dimostrare che non avrebbero rinunciato al controllo del varco tra Ionio e Adriatico“.
L’incrociatore “Varyag” è il gemello del “Moskva” affondato dagli ucraini il 14 aprile: è una delle navi più potenti della flotta di Putin, con sedici missili a lungo raggio P-1000 Vulcan progettati per distruggere le portaerei americane