Immigrati a Pescara “La misura è colma”. Non è una questione di chiusura ideologica nei confronti di un’emergenza reale, sottolineano i consiglieri comunali e regionali, dell’opposizione, ma di un problema di vero e proprio business per pochi privati, a discapito della collettività.
Qualche numero: 400 presunti profughi ospitati dal dormitorio della Caritas, e qui nulla da obiettare, ma a questi se ne aggiungono altri 500 disseminate su tutto il territorio provinciale, di cui un centinaio in un hotel nella zona residenziale di Colle S.Donato al costo di 34 euro al giorno per ognuno dei circa 50 immigrati, ed altri nelle cosiddette Aziende Pubbliche di servizi alla persona ( Asp) che, per statuto, dovrebbero ospitare anziani in difficoltà o garantire servizio di asilo infantile e che, al contrario, preferendo il guadagno certo di poco più di 30 euro giornalieri, aprono le porte agli immigrati. Intanto la Prefettura ha già pronti altri due bandi, uno già scaduto il 17 luglio e l’altro entro agosto, mentre ogni sera va in scena alla stazione di Pescara il triste bivacco di centinaia d’indigenti, anche italiani, che non hanno dove andare a dormire. Da qui l’appello dei consiglieri comunali di Pescara al sindaco Alessandrini, prima magari che qualche hotel del Centro si lasci ingolosire dai lauti guadagni, di agire come hanno già agito numerosi sindaci a Montesilvano, Penne, ma anche la vicina Chieti, ovvero comunicare alla Prefettura che la città non ha più posti disponibili
Se la situazione è questa bisogna iniziare a pensare bene cosa fare, altrimenti non se ne esce. Confidiamo in menti illuminate.