E’ attesa ad Ortona, nella notte tra martedì e mercoledì, la nave Ocean Viking il cui equipaggio ha salvato in due diverse operazioni oltre 100 persone da barche di legno in pericolo in acque internazionali al largo della Libia: era stato trasmesso un mayday da un peschereccio
Le operazioni sono state condotte con il supporto di dell’aereo Colibrì 2 e con l’Ong Pilotes Volontaires. Tra i sopravvissuti ci sono 3 donne e 2 bambini. Lo ha comunicato sui social l’organizzazione umanitaria SOS Méditerranée.
In precedenza sempre la stessa nave da soccorso aveva recuperato in mare 67 migranti, in due diversi soccorsi effettuati ieri sera in zona Sar libica in seguito alle segnalazioni del call center per le persone in difficoltà nel Mediterraneo, Alarm Phone. “Il team di SosMed ha dapprima salvato 33 persone da un’imbarcazione instabile in vetroresina in cui nessuno dei naufraghi aveva un giubbotto di salvataggio – aveva spiegato l’Ong – e poi ha salvato altre 34 persone. I sopravvissuti presentano gravi ustioni e sintomi di intossicazioni”.
“Le autorità italiane – fa sapere la stessa Ong- hanno assegnato il lontano porto di Ortona per far sbarcare le 128 donne, uomini e bambini a bordo della Ocean Viking. Dovranno sopportare altri 3 giorni di inutile navigazione per raggiungere finalmente un luogo sicuro”. La nave Ocean Viking non è l’unica nave da soccorso in attività in questo momento. Anche la Geo Barents ha effettuato due salvataggi: “Questa mattina la squadra Msf ha tratto in salvo 81 persone da un gommone in pericolo in seguito all’allerta di Alarm phone e con il supporto di Colibri 2 , l’aereo di Pilotes Volontaires. I sopravvissuti, tra cui donne e più di 25 bambini, sono ora assistiti a bordo della Geo Barents”, ha comunicato Medici Senza Frontiere.
I naufraghi sono originari di diversi Paesi: Eritrea, Etiopia, Sudan, Bangladesh, Pakistan, Siria, Egitto, Palestina.
La Ocean Viking potrebbe rischiare il fermo amministrativo previsto nei casi di violazione del cosiddetto decreto Piantedosi, che riguarda i salvataggi in mare e impone alle imbarcazioni di arrivare al porto assegnato, senza più bloccarsi per ulteriori soccorsi, appena ricevuta l’indicazione dell’approdo.
Un dispositivo interforze, coordinato dalla prefettura di Chieti, come è già avvenuto nelle precedenti occasioni, si occuperà dell’ordine pubblico nel porto di Ortona e del trasferimento dei migranti nelle strutture di accoglienza abruzzesi.