Papa Francesco compirà una visita pastorale a L’Aquila domenica 28 agosto in occasione della Perdonanza. Lo comunica la sala stampa vaticana. Apertura della Porta Santa eccezionalmente al mattino, alle ore 10
Il Santo Padre saluterà i familiari delle vittime del terremoto del 2009 e celebrerà la Messa nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio con il rito dell’apertura della Porta Santa. Papa Francesco si recherà in visita all’Aquila domenica 28 agosto in occasione della celebrazione della Perdonanza. Partirà il giorno dopo il Concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali. Lo ha annunciato la Sala Stampa vaticana.
La partenza è prevista alle 8.00 dall’eliporto del Vaticano, l’arrivo nello Stadio Gran Sasso una mezz’ora dopo circa. Il Papa verrà accolto in Piazza Duomo dal cardinale arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi, dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dal prefetto Cinzia Teresa Torraco e dal sindaco.
Accompagnato dal cardinale, il Papa entrerà in Duomo per una visita privata. Alle 9,15, sul sagrato del Duomo rivolgerà un saluto ai familiari delle vittime del sisma, alle autorità e ai cittadini presenti in piazza. Poi si trasferirà in auto alla Basilica di Santa Maria in Collemaggio, dove alle 10.00 sul Piazzale della Basilica celebrerà la Santa Messa con il rito dell’apertura della Porta Santa. Al termine, il Papa ripartirà sempre in elicottero per il Vaticano dove il rientro è previsto per le 13.15.
“Comunico, con immensa gioia, che il Santo Padre ha confermato la Sua Visita a L’Aquila, il prossimo 28 agosto, in occasione della Celebrazione della Perdonanza”: così Giuseppe Card. Petrocchi Arcivescovo Metropolita di L’Aquila (in foto con Papa Bergoglio).
“Questa scelta rappresenta un gesto di predilezione verso la nostra Chiesa e la nostra Città, ancora più prezioso se si tiene conto dei Suoi pressanti impegni pastorali e di alcuni dolorosi problemi di salute. Dopo la Istituzione della Perdonanza, decretata da Celestino V, Papa Francesco è il primo Pontefice che, dopo 728 anni, apre la Porta Santa. L’attesa fedele e tenace degli Aquilani, che si è prolungata nei secoli, approda felicemente al suo compimento. La presenza del Successore di Pietro conferirà, a questo evento, una portata planetaria: la Porta Santa della Perdonanza verrà aperta non solo ai pellegrini che accorreranno numerosi, ma sarà spalancata sul mondo intero. Speriamo che tutti i Popoli, specie quelli lacerati da conflitti e da divisioni interne, possano varcarla, idealmente, e ritrovare le vie della solidarietà e pace. La spiritualità e la cultura della Perdonanza incontrano pienamente i valori della Misericordia intensamente promossi da Papa Francesco nel Suo ministero universale: il Suo pensiero teologico come la Sua sensibilità, sacerdotale e umana, sono centrati sull’Amore del Padre che, in Cristo crocifisso e risorto, va incontro ai peccatori e accoglie coloro che soffrono, per riscattarli e offrire una Vita nuova, che li rende davvero figli di Dio e fratelli tra di loro.
Su questo tema, con grande incisività, ha scritto: «l’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. E’ triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si faccia sempre più diradata. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza» (MV, n. 10).
Da questo momento, ne sono certo, scatta la “mobilitazione generale” aquilana (nella condivisione dei valori cristiani e umani, che vede convergenti la Comunità ecclesiale e civile, con le Istituzioni pubbliche e gli Organismi sociali) per preparare al meglio questo incontro straordinario, abitato dalla grazia, che sigillerà per sempre, con un timbro indelebile, la storia della nostra terra.
Ci impegniamo a vivere una preghiera continua e corale, affidandoci a Maria – Madre, Maestra e Modello di comunione – perché, aiutandoci ad essere “eco” del suo “Sì”, ci consenta di cantare il “Magnificat” della riconoscenza e della letizia.
A nome della nostra Gente – crocifissa da tre sismi devastanti e dalla calamità pandemica – esprimo un grazie, a cuore pieno, a Papa Francesco: che ancora una volta testimonia, nei nostri confronti, la compassione e la tenerezza di un Papa-Papà!”.
Su questo tema, con grande incisività, ha scritto: «l’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. E’ triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si faccia sempre più diradata. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza» (MV, n. 10).
Da questo momento, ne sono certo, scatta la “mobilitazione generale” aquilana (nella condivisione dei valori cristiani e umani, che vede convergenti la Comunità ecclesiale e civile, con le Istituzioni pubbliche e gli Organismi sociali) per preparare al meglio questo incontro straordinario, abitato dalla grazia, che sigillerà per sempre, con un timbro indelebile, la storia della nostra terra.
Ci impegniamo a vivere una preghiera continua e corale, affidandoci a Maria – Madre, Maestra e Modello di comunione – perché, aiutandoci ad essere “eco” del suo “Sì”, ci consenta di cantare il “Magnificat” della riconoscenza e della letizia.
A nome della nostra Gente – crocifissa da tre sismi devastanti e dalla calamità pandemica – esprimo un grazie, a cuore pieno, a Papa Francesco: che ancora una volta testimonia, nei nostri confronti, la compassione e la tenerezza di un Papa-Papà!”.