Pescara calcio. A Lecce non ha funzionato nulla, a partire dall’atteggiamento. Male tatticamente. Squadra spenta.
Pescara calcio
Da subito remissivo l’undici di Pillon che ha provato, in avvio di ripresa, a cambiare assetto ( 3 – 5 – 2 ) senza grandi esiti. Sì, leggermente meglio ma mai pericoloso in avanti. Vigorito è stato impegnato nell’arco dei 90′ una sola volta ( colpo di testa di Scognamiglio a fine primo tempo ). In realtà molto dipende dall’atteggiamento mai propositivo. Male anche tatticamente. La mossa di Brugman, finto trequartista, non ha sortito gli effetti sperati. E’ mancato il pressing. Con due punte ( Marras e Mancuso ) che si sono mosse male, in quella posizione l’uruguaiano è un lusso che il Pescara non può permettersi. Reparti lunghi e slegati. I giallorossi di Liverani che, per inciso, vivono uno straordinario momento di forma, hanno avuto vita facile. Nei primi 45′, centrocampo sempre in inferiorità. Con Venuti e Calderoni molto alti, le mezze ali ( Crecco e Memushaj ) hanno fatto fatica a scivolare e, dunque, a tamponare. Sulle fasce il Pescara ha sofferto e non poco. Di qui, il passaggio nei secondi 45 minuti al 3 – 5 – 2. Il baricentro può essere anche basso. È una scelta. Fondamentale in questo caso la compattezza, senza dimenticare che, di solito, non vince chi corre di più ma chi corre meglio e con costrutto.
Per i biancazzurri si tratta del sesto ko in trasferta in altrettanti scontri diretti ( Palermo, Perugia, Verona, Benevento, Cittadella e, appunto, Lecce ). Mercoledì sera, altro posticipo, questa volta all’Adriatico con i rosanero di Roberto Stellone privi di Rajkovic, Bellusci e Nestoroski, tutti causa squalifica. Per lo stesso motivo, Pillon dovrà rinunciare a Marras espulso nei minuti finali della sfida del “Via del Mare”.
Sul mercato di gennaio, ribadiamo il nostro pensiero. Per il salto di qualità sarebbe servito un esterno con gol e un attaccante di spessore da affiancare a Mancuso. A centrocampo c’è un deficit numerico reso ancora più pesante dal grave infortunio occorso a Melegoni la cui stagione è terminata in anticipo. Prima della sessione invernale i centrocampisti erano 7 ( Memushaj, Brugman, Melegoni, Crecco, Palazzi, Machin, Kanoutè ). Adesso addirittura 4 se consideriamo che Kanoutè è ancora ai box. ( Memushaj, Brugman, Crecco e Bruno ). Poche alternative sì ma da qui a dire che l’organico attuale non è almeno da play off ce ne passa. Il buon lavoro di Pillon rimane. Ora, però, c’è da completare l’opera e arrivare agli spareggi nella migliore posizione possibile. Ma soprattutto bisogna evitare esperimenti e ripartire dalle certezze.
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la principale differenza con le altre squadre è fisica ma soprattutto i terzini del pescara non sono all'altezza di una squadra di vertice. non hanno gamba e crossano male (escluso del grosso che però copre solo 50 metri di fascia).
il gioco viene impostato solo lungo le linee laterali, dove è più facile essere chiusi. dal centro non c'è mai stata una regia adeguata