Pescara calcio. Ad Ascoli totalmente sbagliato l’atteggiamento assunto nella ripresa. Ma adesso serve buon senso. Mettere pressione potrebbe essere controproducente.
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Se la fiducia in Pillon è reale, si vada avanti sino alla fine col tecnico di Preganziol che, per inciso, ha conquistato 48 punti ( quinto posto ) con una squadra buona ma non di alto lignaggio. Per questo, sarebbe singolare e paradossale se il match col Perugia in programma venerdì alle ore 21, fosse decisivo per il suo destino. Chiaramente è solo un punto di vista e nulla più. Che il Pescara non stia confermando nei risultati il trend del girone di andata, è inoppugnabile. È un dato di fatto certificato dai numeri. Nel girone di ritorno, i biancazzurri hanno conquistato 16 punti, 7 in meno rispetto ai 23 delle prime 13 giornate di campionato. Poi, c’è il discorso legato al rendimento esterno : solo 15 punti, come lo Spezia nono in classifica, a fronte dei 33 ottenuti all’Adriatico. Infine, la mentalità che non è propositiva. Anzi tutt’altro, specie in trasferta. Il contropiede, quando ha funzionato, la caratteristica peculiare. Tutte cose che, tuttavia, già si sapevano. Pillon è soprattutto un allenatore pragmatico. Pochi fronzoli e tanta concretezza. Lo dice la sua storia. Difficile se non impossibile cambiare radicalmente mentalità dall’oggi al domani. Lecito, però, chiedere al tecnico progressi. Già detto dell’organico. Buono ma non all’altezza di Brescia, Palermo, Verona, Lecce e Benevento. Tanti giovani di prospettiva, diversi elementi di esperienza e la solita incompiuta, il mercato di gennaio. Di certo, non per la cessione di Machin. Sarebbe servito altro. A centrocampo c’è realmente un deficit numerico reso ancora più pesante dal grave infortunio di Melegoni. Prima della finestra di mercato, Pillon aveva a disposizione 7 centrocampisti : Brugman, Memushaj, Kanoutè, Crecco, Machin, Palazzi e Melegoni. Ora 5 ma Kanoutè si è appena ristabilito ( ieri la prima convocazione dopo il lungo stop ). Per 2 partite ( Lecce e Palermo ), addirittura solo 4 : Brugman, Bruno, Memushaj e Crecco. In attacco, segna solo Mancuso. La squadra è quinta col Verona grandi firme. Certo, servirebbe un atteggiamento diverso, più propositivo, ma per costruire gioco c’è bisogno di qualità. E la qualità del centrocampo, specie senza Brugman, è tutt’altro che eccelsa. A meno che non si chieda a Bruno, di fare ciò che, per caratteristiche, non è nelle sue corde.