Pescara calcio: biancazzurri irriconoscibili, sconfitta meritata

Biancazzurri irriconoscibili: contro la cenerentola Legnago, ko casalingo clamoroso ma meritato. Terza sconfitta stagionale, seconda di fila all’Adriatico. Il Pescara più brutto della stagione.

Tra Pescara e Legnago ci sono 30 punti di differenza. Non solo, con 38 gol al passivo, in serie C, nessun’altra ha fatto peggio. Tutte aggravanti al termine della peggiore prestazione del campionato.

I biancazzurri durano pochissimo. Il tempo di buttare all’aria due limpide opportunità, soprattutto quella che si procura Valzania nei minuti iniziali. Ampollini salva nei pressi della linea ma, probabilmente, il pallone sarebbe finito fuori.

Poi, il nulla. In partite del genere, fondamentale non subire gol. Cosa che puntualmente avviene in avvio di ripresa.

Sugli sviluppi di una rimessa laterale, Bombagi inventa, Moruzzi si eclissa, Franzolini capitalizza.

Quindi, tanta confusione e poco costrutto. Plizzari evita lo 0-2 e a 4′ dell’epilogo l’austriaco Martic spreca l’impossibile.

Pescara insidioso solo in un paio di circostanze: prima Pierozzi (tiro potente ma centrale), poi Brosco che da fuori impegna Perucchini.

In generale, a prescindere dall’atteggiamento, il Pescara ha confermato di non avere forza offensiva. Fatica a fare gol. Neanche uno in 4 delle ultime 7 gare contro Vis Pesaro, Arezzo, Pineto e Legnago.

Questa volta le sostituzioni non hanno aiutato. E’ mancato il contributo delle mezze ali e degli esterni d’attacco.

Sconfitta completamente diversa dai ko patiti a Pesaro e, in casa, col Pineto. Quello di ieri col Legnago è stato meritato. Gli altri no.

Ma questo non può spostare il cuore del problema. Che il Pescara, finora, sia andato decisamente oltre i propri limiti è un dato oggettivo.

Per competere con la Ternana che sembra inarrestabile (17 risultati utili di fila-12 vittorie e 5 pareggi) la rosa deve essere innervata in tutti i reparti.

In primis con un grande centravanti, ma questa è storia arcinota. Servono, tuttavia, due rinforzi anche nel cuore del reparto nevralgico. Un centrale per rimpiazzare numericamente l’infortunato Lonardi e una mezz’ala. Quando manca Dagasso, lì in mezzo non è la stessa cosa.

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