Pescara calcio: al “Manuzzi” di Cesena, biancazzurri remissivi e piegati nel finale. Un solo tiro nello specchio. La squadra non costruisce più nulla. Zero punti contro le prime tre del girone. Non può essere un caso.
Non è bastata neanche una partita difensiva, da 0-0. In terra romagnola è arrivato, su sfortunata autorete di Nzita, il terzo ko in campionato. Una squadra che sta provando a cambiare pelle. Per il momento, senza successo.
Delfino più attento in fase di non possesso ma tutt’altro che ficcante e incisivo negli ultimi 16 metri. Solite difficoltà nella proposta di gioco.
Non solo: la squadra crea sempre meno, per non dire nulla. Tra Coppa e campionato, neanche un gol in due partite (prima volta), e portieri avversari (Agostino e Benedettini) di fatto inoperosi. L’estremo difensore del Cesena si è sporcato i guantoni solo sulla conclusione, da fuori, di Marco Pompetti.
Il 4-3-3 non è nelle corde di Auteri, da sempre convinto assertore del 3-4-3 che, però, non è il sistema di gioco più adatto alla rosa.
Organico non omogeneo e neanche da primato. Ma il tecnico biancazzurro non ha ancora dato alla sua squadra un’identità. Anzi, dopo il cambio di modulo il Pescara appare un ibrido.
Cosa fare? Intanto, sarebbe opportuno pensare a tutto tranne che al primo posto. Meglio metterci una pietra sopra e cominciare un altro campionato per farsi trovare pronti sotto il profilo tecnico, tattico e atletico all’appuntamento con i play off.
La cosa peggiore sarebbe, tuttavia, arrivare al mercato di gennaio senza sapere chi sei e di cosa hai bisogno. Tutti interrogativi a cui il club dovrà rispondere con chiarezza, a prescindere dalla presenza o meno di Auteri.
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