Pescara calcio. La beffa sui titoli di coda. Questa volta il cuore non basta. Sul campo è il sedicesimo ko in 22 partite. Una sconfitta che sa di condanna.
Caprari illude, quindi il pareggio, soprattutto, nelle modalità, un epilogo beffardo. A prescindere dai limiti ( organico sopravvalutato, serie A sottovalutata), di certo la buona sorte non è stata un’ alleata del Delfino. Peccato, perchè la fase di non possesso non è mai risultata così lucida e puntuale. Squadra compatta, corsie blindate grazie al 4-5-1 che nella transizione negativa diventava 5-4-1 ( Zampano scivolava sulla linea dei terzini, Crescenzi stringeva verso il cuore del reparto affiancando Stendardo e Gyomber). Insomma, grande densità per limitare al massimo i trequartisti viola. Nella ripresa, la Fiorentina che, va detto, ha sempre comandato il gioco, ha aumentato la velocità di trasmissione del pallone. Per contro, col passare dei minuti il calo dei biancazzurri è stato evidente. Non c’è stata più la gamba per ripartire. Il giovanissimo Chiesa si è confermato uno dei valori aggiunti dell’undici di Paulo Sousa. Il suo ingresso ha cambiato la partita. Ciò malgrado, è servita una prodezza per pareggiare i conti. Autore Tello dal cui piede, all’ultimo respiro, è partito il cross che ha tagliato l’area e sorpreso Bizzarri. Questa volta per cuore e applicazione i biancazzurri avrebbero meritato un finale diverso. Domenica prossima, ore 15, match con la Lazio sempre all’Adriatico.