Pescara calcio: quindicesimo ko stagionale, ottavo all’Adriatico, il primo della gestione Grassadonia. Pur tuttavia, il match con la Spal è stato pesantemente condizionato dalla disastrosa direzione di La Penna di Roma 1 e dalla sciocchezza di Drudi che ha lasciato i suoi compagni in 10 per più di un tempo.

Eppure squadra viva, in partita sino alla fine ma con gli arcinoti limiti negli ultimi 16 metri. L’attacco è povero. Non un problema da poco. Odgaard si è sbattuto, ha fatto quel che ha potuto. Giannetti, Ceter e Galano, entrato nel finale, non sono al 100%. Una sola conclusione, peraltro centrale, a 6′ dal termine.

Le distanze dai play out sono rimaste inalterate. Sempre 4 i punti di ritardo dal Cosenza sconfitto in casa dal Frosinone. Crederci è un obbligo.

Piano partita: attendere e ripartire. Oggi, i biancazzurri non possono fare altro. Questo non significa erigere barricate o fare catenaccio, ma interpretare le gare in modo intelligente. Di fronte c’era la Spal, squadra in ritardo, rispetto alle previsioni, ma di spessore e grande qualità specie a centrocampo.

Palleggio e possesso palla le peculiarità dell’undici di Marino che, però, sa anche strappare e accendersi negli spazi. In sintesi: se ti alzi troppo, rischi di prendere le imbucate.

Purtroppo, però, arriva l’errore a difesa schierata. A sbagliare è Busellato ma il rigore, trasformato dall’ex Valoti, è un abbaglio dell’arbitro. Mora, sfuggito a Busellato, cerca il contatto con Scognamiglio che resta fermo e non può smaterializzarsi.

Allo scadere del primo tempo, ci mette molto di suo anche Drudi. Niente buon senso da parte del pessimo La Penna, ma quando sei già ammonito e ti giochi la vita devi evitare di cadere nel tranello della provocazione.

Sconfitta, insomma, figlia di episodi, di errori e di una direzione arbitrale a dir poco infelice. Non ha affatto convinto il metro adottato dal fischietto capitolino nella gestione dei cartellini. Tutt’altro che equanime.

Ma la squadra corre, lotta, è senza dubbio viva. Ha soprattutto un’identità. Non c’è motivo di cambiare sistema di gioco. La difesa a 4, ieri scaturita dagli eventi, richiederebbe del tempo che comincia a scarseggiare.

Avanti, insomma, con la linea a 3 ma con due punte ed altrettanti esterni, sperando che gli attaccanti crescano di condizione, bisognerà probabilmente rischiare qualcosa, in termini di qualità, specie a metacampo. Per essere pericolosi, servirà anche qualche soluzione su palla inattiva.

Sabato prossimo, ore 14, a Lignano Sabbiadoro sul campo del Pordenone. Friulani usciti indeboliti dal mercato di gennaio ( pesa la cessione di Diaw ) e in crisi di risultati: un solo punto nelle ultime 5 partite, appena 5 punti nelle prime 8 giornate del girone di ritorno.

(commento di Massimo Profeta)

 

Foto (Pescara calcio): la caduta in area di Mora, centrocampista della Spal.