Pescara calcio. A Castellammare, male sul piano dell’equilibrio tattico. Per ora, la discontinuità resta una costante. Assai tardivo l’ingresso di Maniero. Ingelsson impalpabile. Nota lieta il debutto di Pavone.
Senza dubbio un passo indietro rispetto alla scintillante prestazione sfoderata col Benevento. La sensazione è che il Pescara faccia fatica contro avversari molto aggressivi. Ma ieri, a prescindere dagli errori individuali e di reparto, squadra con poco equilibrio. Sul piano dell’atteggiamento e del gioco discreto primo tempo. Ripresa sotto tono. Sì, un paio di potenziali occasioni non finalizzate, ma di fatto un solo tiro in porta, per di più centrale di Galano all’ultimo respiro. In fase difensiva non c’è stata la compattezza dimostrata col Benevento. Una volta recuperato il pallone, la Juve Stabia, per inciso molto più aggressiva, ha trovato praterie nelle quali infilarsi. È accaduto in occasione del primo, soprattutto del secondo gol. Insomma, troppi alti e bassi. Se il test del “Menti” di Castellammare di Stabia era una verifica, è stata fallita. Questa volta, a posteriori, qualche scelta non si è rivelata felice. Ci riferiamo all’impiego di Ingelsson, ancora avulso dal contesto, e, per questo, alla sua tardiva sostituzione ( 67′ ). E poi l’ingresso di Maniero a soli due minuti dall’epilogo quando Borrelli era già uscito da un bel po’ dalla partita, soprattutto perché stanco. Gestione dei cambi, insomma, assai rivedibile. In sintesi, non tutto da buttare ma passo indietro rispetto alla sfida col Benevento. A fare la differenza la fame di vincere dei campani che non hanno grandi mezzi tecnici ma risorse caratteriali significative. Non che, sotto questo profilo, il Pisa dell’ottimo Luca D’Angelo, pescarese doc, sia da meno. Anzi…ecco perché sabato all’Adriatico, contro i toscani, sarà un’altra partita difficile. Posto che di facile in questa serie B, ma è storicamente così, non c’è proprio nulla.