Pescara calcio. A Frosinone senza punte di ruolo e col precipuo obiettivo di distruggere. Solo possesso palla ma a 40 metri dalla porta. Appena un tiro. Per contro, altri due gol al passivo. Dopo 16 partite non c’è ancora un’identità. Sebastiani “Zauri non è in discussione”.
Scegliere uno schieramento in funzione degli avversari non è mai una buona idea. A prescindere dai limiti, dai tanti infortuni, dalla forza del rivale di turno, in questo caso il Frosinone, per inciso tutt’altro che trascendentale, l’impronta del tecnico non è chiara nè riconoscibile. Di certo, i continui cambi di modulo non aiutano.
A dire il vero l’identità, sebbene a fatica, era stata trovata dallo stesso Zauri. Col 4 – 3 – 2 – 1, dieci punti in 6 gare ( vittorie contro Benevento, Pisa e Entella, pari col Venezia). Perché, dunque, snaturarsi ? Al termine del match col Frosinone, l’allenatore marsicano ha testualmente dichiarato “È mancato il gol”. A pensarci bene, senza neanche provarci diventa tutto, molto, tremendamente complicato.
Insomma, involuzione palese. Giganteschi passi indietro. Ci si affida alle qualità dei singoli che non sempre girano per tanti motivi. In questi casi bisognerebbe fare leva su una organizzazione di gioco che, invece, latita. Non solo. La squadra continua a subire gol. Ben 7 nelle ultime 3 partite, 25 in totale. In sintesi, non c’è ancora uno spartito e, per quanto visto allo “Stirpe” di Frosinone, neanche una parvenza di idea.
IL PUNTO NELLA SCHEDA
NEL VIDEO LE PAROLE DI ZAURI