Pescara calcio. I play out non sono affatto casuali. E se giovedì prossimo il Collegio Arbitrale del Coni restituisse un punto al Trapani, per il Delfino sarebbe serie C senza spareggi.
Stagione balorda, figlia di azzardi ed errori più o meno capitali legati all’organico che anche col Chievo ha confermato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, limiti e lacune strutturali ( difesa da brividi, attacco inconsistente ); al mercato, specie quello di gennaio ( in realtà una triste costante ) ma anche agli allenatori.
Il tempo è sempre galantuomo: al di sopra di ogni sospetto Luciano Zauri che, sebbene alla prima esperienza tra i grandi, ha conquistato 26 punti in 20 partite. Un trend da salvezza tranquilla. Eppure il club non lo ha sostenuto, non gli ha dato forza. Anzi ha ceduto alle pressioni dello spogliatoio o di parte di esso. E così il tecnico di Pescina ha fatto un passo indietro, rassegnando le dimissioni dimostrando di avere la schiena dritta. Rara avis.
Da quel momento in poi è stato sbagliato praticamente tutto. In realtà Sottil è arrivato a sei giornate dalla fine con una squadra già da tempo in difficoltà, in evidente calo malgrado l’illusorio successo alla ripresa con la Juve Stabia quando c’era ancora Legrottaglie.
Dunque, al tecnico piemontese che ha potuto allenare poco la squadra sul campo a causa del calendario piuttosto fitto, le attenuanti non mancano ma la svolta tanto attesa non c’è stata fino alle ultime tre sconfortanti prestazioni contro Trapani, Livorno e Chievo.
Al “Bentegodi” la sostituzione di Memushaj, cresciuto nella ripresa, con Bruno non ha affatto convinto così come il mancato ingresso di Clemenza rimasto in panchina per l’intera partita.
89′ di totale rinuncia, di difesa a oltranza senza provarci. Fiorillo ancora il migliore. Era già accaduto a Trapani. Una sensazione di impotenza. La squadra sembra arrancare anche sul piano fisico.
Certo, era praticamente fatta. Risultati favorevoli ma il fortino è crollato quasi allo scadere sulla solita, cronica disattenzione. C’è sempre il malvezzo di guardare la palla, mai l’avversario. Sugli sviluppi di una punizione laterale, in tre si avventano su Leverbe mentre Garritano, tutto solo dimenticato da Bruno, sfrutta il rimpallo e la sbatte dentro.
Nel girone di ritorno i punti ottenuti sono stati soltanto 19 a fronte dei 31 conquistati dal Trapani di Castori che, senza la penalizzazione si sarebbe salvato con 46 punti a scapito proprio del Delfino senza passare per gli spareggi.
Ecco perchè per i biancazzurri i play out, da disputare col Perugia, non sono affatto casuali. Verdetto che, tuttavia, giovedì prossimo potrebbe cambiare anche in peggio.