Pescara calcio. Il ko del “Bentegodi” ha confermato l’involuzione. La lista dei rimpianti è corposa. Mai creato così tanto, è vero, ma anche parecchi errori in fase di non possesso e nelle retrovie contro un Verona, per inciso, tutt’altro che irresistibile. Questione di equilibrio. Non ci sono più le distanze giuste, la squadra corre a vuoto e subisce. Negli ultimi due mesi, le rivali sono cresciute. Il Pescara no. Serve un piano B. E poi, il solito problema : se non segna Mancuso, sono guai. Per questo può aiutare solo il mercato.
Pescara calcio
Dalla trasferta di La Spezia dello scorso 19 ottobre, i biancazzurri non hanno fatto registrare miglioramenti. Anzi, il calo è piuttosto evidente. Gli avversari hanno individuato le contromisure. Il 4 – 3 – 3 degli ultimi tempi appare piuttosto piatto. Quando perde palla, il Pescara diventa vulnerabile. Ha smarrito compattezza ed equilibrio. Del resto i centrocampisti sono inclini, per caratteristiche, più ad offendere che a interdire. Urge una protezione diversa, più filtro, ma anche più compattezza tra i reparti spesso distanti nella transizione negativa, ovvero quando sono gli avversari ad attaccare. Servono nuove soluzioni. C’è bisogno di un piano B. Per esempio il 4 – 3 – 1 – 2 utilizzato in corso d’opera a Verona con Palazzi schermo centrale e Brugman libero di agire sulla trequarti per innescare le punte. Ma è lecito attendersi molto di più anche da parte delle mezze ali. Machin è incostante. Memushaj è lontano parente di quello che conosciamo. Non solo, sostituzioni assai tardive e mancato o scarso impiego di alcune pedine come Del Sole o Crecco. Un peccato perché la classifica resta ancora molto positiva ( terzo posto col Lecce ). Ora il turno di riposo quantomeno da sfruttare per riordinare le idee. Se ne riparlerà giovedì 27 dicembre, ore 19, all’Adriatico col Venezia, ma nel frattempo tutte le altre scenderanno in campo. Senza dubbio un Natale amaro.