Pescara calcio. Squadra fragile, soprattutto senz’anima. E’ l’aspetto più preoccupante, a prescindere dai limiti dei quali non ha più senso parlare. Del resto, i nodi vengono sempre al pettine. Tanto di cappello al Trapani.
Per evitare i play out d’obbligo battere Livorno e Chievo ma potrebbe anche non bastare. Contro il Trapani i biancazzurri hanno giocato in punta di piedi. Con questo atteggiamento, piuttosto arduo pensare di vincere le prossime due gare.
Sotto questo profilo, al “Provinciale”, vistoso passo indietro. Gara steccata almeno per 70′. Cambio di modulo tardivo. Scelte iniziali tutt’altro che illuminate. Un errore rinunciare alla qualità di Palmiero. A centrocampo non c’è stata partita. Ha fortemente deluso Memushaj assente ingiustificato.
Del Grosso non è un centrale. Sui palloni alti va in difficoltà. Il gol partita firmato da Luperini lo testimonia. Crecco anonimo.
Quando subentri a 6 giornate dal termine ( Sottil ) non puoi permetterti il lusso di sbagliare e devi sperare anche in un pizzico di fortuna che non c’è stato.
In realtà gli errori sono a monte. Zauri ( 26 punti in 20 gare ) non è stato sostenuto, come avrebbe meritato, dal club. Legrottaglie un’altra scommessa, purtroppo persa. È stato come giocare d’azzardo.
Naturalmente ci sono i limiti. La difesa continua a subire gol banali. Sono 54 dall’inizio del torneo. Fiorillo, migliore in campo, ha scongiurato un passivo che sarebbe stato più netto.
L’attacco, tra i più poveri della B, è inconsistente. Tutte cose di cui stiamo parlando da tempo immemore. La solita incompiuta del mercato di gennaio. Insomma, come sempre, i nodi vengono al pettine.
Infine i numeri che, per definizione, non mentono mai. Girone di ritorno disastroso: penultimo posto con 16 punti, ovvero trend da retrocessione diretta. C’è altro da aggiungere ?