Subito fuori dalla Coppa Italia, il Pineto espugna l’Adriatico con organizzazione, senza rubare l’occhio ma meritatamente (0-2). Per il Pescara primi fischi e, forse, non tutti i mali vengono per nuocere. A prescindere dai rinforzi, indispensabili in tutti i reparti, questa rosa non sembra congeniale al 4-2-3-1. Insomma, anche tatticamente, il lavoro non manca.
Al primo impegno ufficiale contro una pari grado sono emerse le prime difficoltà, a dire il vero già evidenziate nelle tre amichevoli disputate contro formazioni di eccellenza e promozione.
Dal canto suo, invece, il Pineto ha affrontato solo una squadra di Eccellenza, la Folgore Delfino Curi Pescara, e ben tre compagini di serie C: Catania, Perugia e Sorrento sconfitto per 4-1.
A due, in mezzo al campo, il Pescara ha fatto una fatica enorme. Per il 4-2-3-1 servono giocatori con caratteristiche specifiche. Franchini, come già sottolineato da tempo, è sostanzialmente un incursore. Non mantiene la posizione ovvero quello che si richiede, nel 4-2-3-1, ai due mediani.
Tra le linee il trequartista deve avere dinamismo e gamba. Nel Palermo Baldini poteva contare su Luperini, giocatore perfetto perché in grado, grazie alla sua corsa, di aiutare la squadra in fase di non possesso. Caratteristiche che non ha Tunjov.
Davanti, i due esterni devono coprire la fascia. Cangiano, di fatto un trequartista, non appare il giocatore adatto o funzionale a questo sistema di gioco.
Baldini sa meglio di tutti che oggi il suo marchio di fabbrica, appunto il 4-2-3-1, non è proprio congeniale alle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione. Al resto, che non è poco, dovrà pensare il club. Mancano 11 giorni all’esordio in campionato sul campo della Ternana (venerdì 23 agosto alle ore 20,45). Di fatto, ci siamo.
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