Pescara calcio. Sempre più vicino il traguardo play off che, vale la pena ribadirlo, non era l’obiettivo di inizio stagione. Pillon sta facendo il massimo. Difficile chiedergli di più.
Pescara calcio
Col Verona si poteva forse fare meglio, ma poteva andare peggio. Ripetiamo il concetto : la rosa è buona ma tutt’altro che eccelsa, per caratteristiche da contropiede. Se solo si facesse un confronto tra il parco attaccanti del Pescara e quello delle altre squadre di alta classifica, avremmo una risposta più che esaustiva. Il gap è senza dubbio evidente e marcato. Ci fermiamo al solo reparto avanzato. Diverso il discorso legato all’atteggiamento. A Pillon si imputa una mentalità sparagnina, speculativa. Sarà anche vero ma ha portato punti, precisamente 51, ovvero quinto posto con due lunghezze di vantaggio sul Verona grandi firme costruito, appunto, per vincere. Dov’è l’errore ?
Il verbo di Pillon lo si conosce non da ieri, nè dall’altro ieri. Non è un novizio. La sua carriera è ben conosciuta, come pure il calcio espresso dalle tantissime squadre che ha allenato. È un allenatore concreto e pragmatico. Bada soprattutto al sodo. Per caratteristiche, il Pescara è squadra da contropiede. Nei primi mesi di campionato, aveva la “gamba” ,come si dice in gergo, per ripartire negli spazi. In questo finale di stagione fa più fatica per una condizione generale che evidentemente non è più quella di prima. Le armi sono prevalentemente difesa e contropiede. Non c’è uno sviluppo della manovra dal basso, certo per mentalità ma anche per caratteristiche di un organico non di primissimo livello ma, comunque, ad un passo dai play off a cui alla vigilia nessuno pensava o credeva, a maggior ragione, dopo l’ incompiuta del mercato di gennaio. Per il salto di qualità sarebbe servito altro. Ma anche questa è una storia arcinota.